COME GLI STRUZZI
Cusumano, Di Mauro, Gentile e Capodicasa oggi pomeriggio discutono per l’ennesima volta sulla situazione politica saccense. Fanno finta di non vedere ciò che tutti, invece, vedono
EDITORIALE
Cusumano, Di Mauro, Gentile e Capodicasa oggi pomeriggio si incontrano per fare il punto sulla situazione politica. Ancora una riunione, come se non sapessero bene la difficoltà di navigazione di un’Amministrazione che ha evidenziato subito i suoi limiti Ieri Di Mauro, stamattina Cusumano, oggi pomeriggio tutti insieme con la presenza di Gentile e Capodicasa. Sono i referenti politici della colazione che sostiene Vito Bono. Una maggioranza che come risultato storico più annoverare il record del numero delle verifiche, delle riunioni, per sanare una situazione politica che appare a tutti insanabile.
Tutti sono sofferenti di fronte ad una guida politica e amministrativa della coalizione che ha segnato e continua a segnare il passo. Gli attacchi sono quotidiani, come l’immancabile medicina per il malato che spera di guarire o di piegare una patologia che è cronica. Tutti riconoscono l’impossibilità di andare avanti, tutti riconoscono lo stato di marcia a ritroso con cui si fa viaggiare la città. Riunioni a iosa. Riunioni nelle quali non si discute di che assetto dare alla città per i prossimi anni, con un seria e credibile programmazione. Assolutamente no. Le riunioni servono a proporre cambi di passi, tavoli politici, cabine di regie, gabinetti politici. Proposte che muoiono nell’arco di poche ore, per riportare tutto allo stato di stallo precedente.
Il consenso nei confronti dell’Amministrazione comunale è assai debole e l’elettorato vorrebbe dimostrarlo avendo la possibilità di ritornare al voto. Il cartello di maggioranza si appella a quel 51,76% di consenso che permise a Vito Bono di essere eletto al primo turno. Se è vero che in democrazia vige la regola dei numeri, è pure vero che il rispetto dei numeri va portato anche per l’altra faccia della medaglia. Cioè a quel 48,24% di elettori che non ha votato il cartello di Vito Bono. E la percentuale non è di poco conto. Vito Bono non è stato eletto con l’80% dei consenso! L’uscita dell’Mpa dall’appoggio al Pdl ha contribuito nettamente a non andare al ballottaggio.
Ma messe da parte queste righe dedicate alla matematica, vi è altra materia più importante da valutare. L’Api di Nuccio Cusumano ha un ruolo determinate nella maggioranza. Ma non è solo il partito che ha i numeri. Cusumano ha una esperienza politica e una navigazione politica di lungo corso tale che non può essere esulato da quel senso di responsabilità che assume di fronte alla città. Né la città può ricevere riverberi dalla suggestione di deputati nati e residenti ad Agrigento. La maturità politica di Cusumano, la sua lunga esperienza politica, il suo ruolo chiave, lo devono mettere di fronte ad una scelta: amare la città. Se si parte da questo punto, il resto è consequenziale. La verità sta nel fatto, però, che i deputati tengono in bagnomaria il sindaco Vito Bono per una questione di opportunità: nessuno ha subito pronto una soluzione elettorale che consenta di sfiduciare Bono e andare al voto. E’ questa la vera ragione e non altro. Non si appellino alla delicatezza del momento, perché, appunto, è la delicatezza del momento che deve primeggiare nell’interesse della comunità o non di meri calcoli numerici e di comodo. Seguitare a mantenere l’Amministrazione in coma farmacologico è solo un male che si fa alla città. Stamattina Cusumano raduna i suoi.
Oggi pomeriggio si riuniscono Cusumano, Capodicasa, Gentile e Di Mauro. Dagli altri la città si attende poco, visto che saccensi non sono. Ma da Cusumano, i saccensi auspicano quel gesto di amore verso la città che egli ripete con frequenza. L’auspicio è che si possa smettere con l’atteggiamento dello struzzo. E’ giunto il momento di andare a testa alta, affrontando la situazione e disincagliando la città da secche che la stanno piegando in modo ignobile. E infine, di calario il sipario su una farsa durata ormai troppo tempo: quella delle riunioni di verifica e dei cambi di passo che non arriveranno mai. La città è stanca.
Filippo Cardinale