Come fanno i bookmaker a determinare le quote?
ITALIA. Ti sei mai chiesto come fanno i bookmaker a determinare le quote? La domanda è piuttosto frequente ma, nonostante ciò, non tutti sono in grado di approdare a una risposta coerente.
Per poterla ottenere una volta per tutti abbiamo chiesto una mano agli esperti di bookmakersstranieri.net, un sito di riferimento nel comparto delle scommesse online, che ci ha svelato in che modo i bookmaker e gli operatori che agiscono nel settore delle scommesse fissano le proprie quote.
Quote: da cosa dipendono?
Cominciamo dalle basi. Per poter fissare le quote per ogni scommessa, generalmente i bookmakers si rivolgono a un gruppo di esperti, i trader, che a loro volta si avvalgono di speciali algoritmi che possano supportarli nei calcoli statistici e matematici. Naturalmente, l’obiettivo ultimo è pur sempre quello di comprendere in che modo le quote del bookmaker possono rappresentare al meglio la probabilità che un evento si verifichi realmente!
Ciò detto, i trader e i modelli di calcolo terranno conto di alcuni fattori che evidentemente andranno a impattare significativamente, in modo diretto o indiretto, sulle possibilità che un determinato evento si realizzi. Si pensi, limitandoci al mondo del calcio, alla possibilità di valutare correttamente la forza e il momento di forma di una squadra, la sua posizione in classifica, la presenza di infortuni tra i giocatori chiave, la possibilità di giocare in casa o fuori casa, il rapporto con il direttore di gara, e così via.
Si tratta, intuibilmente, di un lunghissimo numero di fattori determinanti, che bisognerà tenere in debita considerazione, e che non riguardano solamente gli eventi tecnici.
Un gioco di equilibri
Il bookmaker orienterà infatti le proprie quote anche a seconda del business che ruota intorno a un determinato match. È evidente che se un elevato numero di scommesse si concentra su uno specifico esito, allora il bookmaker tenderà ad abbassare la quota per evitare di pagare “troppo” per quell’evento specifico.
Ricorda infatti che l’obiettivo di un operatore è pur sempre quello di chiudere l’operazione in profitto. E proprio per questo motivo le quote non saranno mai sbilanciate in favore degli scommettitori.
Per intenderci ancora meglio, in una partita di calcio le scommesse sull’esito finale potrebbero concentrarsi sull’1, sulla X o sul 2. Ebbene, se il bookmaker non puntasse ad alcun utile, dinanzi a una sola scommessa dovrebbe garantire una quota 3 per ciascun esito. In questo modo, in una sorta di gioco a somma zero, lo scommettitore che punta 1 euro su ciascun esito (3 euro di spesa complessiva), otterrebbe come ritorno lo stesso importo.
È evidente che questo tipo di approccio non avrebbe alcun senso per il bookmaker. Ed ecco perché l’operatore abbasserà le proprie quote per potersi garantire sempre un utile, in relazione ai fattori che sopra abbiamo avuto modo di riepilogare.
In sintesi, il lavoro del bookmaker è molto complicato, poiché deve tenere conto di un elevato numero di determinanti che potrebbero influenzare le proprie quote. Una realtà che, tuttavia, non pregiudica il fascino della “giusta” puntata per lo scommettitore, alla ricerca della dea bendata!