Come cercare il primo lavoro dopo la laurea

Quello universitario è un periodo molto intenso e stimolante nella vita di ogni persona: da un lato, la voglia e l’urgenza di crescere e apprendere qualcosa di prezioso per il futuro, per le proprie aspirazioni e con lo sguardo rivolto al mondo del lavoro, dall’altro l’inevitabile ansia per ciascun esame, fino al momento della tesi, della laurea e delle meritate celebrazioni. Dopo la laurea, la vita cambia drasticamente e la ricerca del lavoro può coincidere con una fase a tratti complicata, ma esistono alcune strategie utili per cercare la prima occupazione. Naturalmente, il punto di partenza deve essere un curriculum vitae ben fatto, esaustivo ed efficace in termini di informazioni e di impatto visivo. Modelli e stile possono variare anche di molto, ma è sempre utile tenere a mente l’esempio di un cv perfetto. Partendo da questo, ovvero dal proprio biglietto da visita, vediamo qualche altro suggerimento utile in fase di ricerca del lavoro dopo la laurea.

Utilizzare i servizi di orientamento dell’università

Tutte le università prevedono servizi di orientamento al mondo del lavoro o job placement dedicati agli studenti ancora iscritti e, a maggior ragione, anche ai neolaureati. I servizi e le opportunità messe in campo sono di vario genere: alcuni istituti mettono a disposizione consulenze individuali tramite appositi sportelli, tanti propongono veri e propri incontri per orientare al lavoro, con uno sguardo sui vari criteri e processi di selezione da parte di chi assume e gli sbocchi lavorativi potenziali dopo aver terminato un corso di laurea. Spesso, per facilitare anche il contatto tra studenti o neolaureati e datori di lavoro, le università organizzano veri e propri eventi, seminari, workshop e career day per dare la possibilità di interfacciarsi direttamente con i responsabili delle risorse umane. Di solito, per gli studenti neolaureati, rimane aperto l’accesso anche alle bacheche digitali, per individuare direttamente posizioni aperte per le quali candidarsi.

A proposito di bacheche online

In un mondo sempre più digitale, anche la ricerca del lavoro è un’attività che si può svolgere direttamente dal proprio computer o smartphone. Il web, infatti, è costellato di portali dedicati agli annunci di lavoro e, anche per questo motivo, è sempre utile iscriversi e tenersi aggiornati sulle ultime opportunità, anche grazie alla possibilità di filtrare la ricerca in base al luogo, al tipo di lavoro e orario, e, naturalmente, anche alla mansione stessa. La maggior parte delle bacheche online consente di attivare anche le notifiche ogni qualvolta viene pubblicato un annuncio compatibile con le preferenze indicate: qualche mail di troppo potrebbe risultare noiosa, ma si tratta di un ottimo modo per non rischiare di perdere buone opportunità di lavoro. C’è anche la possibilità che siano i recruiter a imbattersi in potenziali candidati: per questo motivo è importante saper curare il proprio profilo, con il giusto livello di dettaglio sulle esperienze più rilevanti.

Scrivere una buona cover letter

Cercare un lavoro da neolaureati, ovviamente, significa non avere un bagaglio di esperienze particolarmente ricco. Un buon modo per potenziare un curriculum scarno è la cover letter, o lettera di presentazione, molto spesso richiesta nel momento in cui si avanza la candidatura. La cover letter consente di raccontarsi in maniera più approfondita, di porre l’accento sulle competenze maturate e su altre esperienze che possano avere un punto di contatto con la posizione per la quale ci si sta proponendo. Ogni dettaglio può fare la differenza, per cui, accanto alle inevitabili motivazioni, il suggerimento è quello di adattare la lettera a ciascuna candidatura: non c’è modo migliore per dimostrare un interesse reale e concreto per la posizione aperta e per far capire a chi assume che non esiste profilo migliore. Lo stesso discorso vale per il curriculum vitae: piccoli adattamenti e modifiche possono sembrare una perdita di tempo, ma sono anche un buon investimento per presentare una candidatura forte.

Fare networking

Per qualsiasi percorso di laurea, il networking rappresenta un’attività fondamentale nella fase di ricerca del lavoro. Pensare di cominciare a costruire la propria rete solamente dopo aver trovato la prima occupazione, di solito, è un errore, perché alcune ottime opportunità di lavoro possono rimanere al di fuori dei canali più comuni per la ricerca. In altre parole, poter contare su una fitta rete di collegamenti e contatti incrementa le possibilità di trovare un lavoro in linea con i propri sogni e le proprie aspirazioni. Si può fare rete di persona, ovviamente, ma si possono sfruttare anche le potenzialità dei social e del web in senso lato, per esempio unendosi a realtà online “di settore”, entrando in gruppi e partecipando ai thread, dimostrando le proprie competenze. Conoscere professionisti distanti dall’università di provenienza è una risorsa, magari tramite gli eventi. Fare networking, indubbiamente, comporta un investimento in termini di tempo e all’inizio può risultare ostico, ma è indubbiamente molto utile.

Sfruttare le referenze

Una delle migliori strategie per incrementare le probabilità di trovare un lavoro in tempi ragionevoli dopo la laurea è utilizzare le referenze. Come accennato nei paragrafi precedenti, il tratto distintivo dei neolaureati è la quasi totale assenza di esperienze nel settore, per cui è utile valutare altre modalità per presentare una candidatura più forte. Chiedere ad alcuni docenti universitari di scrivere una lettera di referenze, per esempio, può conferire maggiore autorevolezza e rappresentare una spinta notevole nel processo di selezione. Non è sempre facile riuscire a ottenere una lettera di referenze da parte di un professore o da altri professionisti incontrati lungo il cammino, ma non bisogna rinunciare a provarci, perché la parola di un esperto può valere di più di diverse voci sul curriculum vitae.

Prestare attenzione alla candidatura

La procedura di selezione inizia dall’application stessa, ovvero dal momento in cui si invia la candidatura per una posizione aperta. Un neolaureato potrebbe avere un CV efficace, un’ottima cover letter e delle referenze autorevoli, ma sbagliare qualcosa in fase di application, solitamente, corrisponde a un errore fatale. Per non rischiare, è opportuno comprendere le richieste del datore di lavoro: il CV in un formato non corretto, le dimensioni di eventuali allegati come documenti o foto, le scadenze non rispettate, i dettagli omessi possono portare chi assume a cestinare una candidatura prima che venga davvero analizzata. Non si tratta, purtroppo, di semplice forma: i recruiter tendono a lavorare in questo modo e spesso raccontano di quante application vengano ignorate proprio per questo genere di problemi, specialmente quando il numero di candidature per una posizione aperta è molto elevato.

Prepararsi al colloquio

Essere arrivati alla fase del colloquio, ovviamente, significa anche aver già suscitato un certo interesse da parte del recruiter. Ecco perché sarebbe un grave spreco non prestare la dovuta attenzione a questo momento fondamentale per trovare un lavoro. Molto importante, per esempio, è effettuare qualche ricerca su chi sta offrendo una posizione: conoscere la storia dell’azienda o dell’ente, la sua organizzazione e la sua missione può contribuire a fare la differenza e può denotare un maggiore interesse. Un altro suggerimento prezioso riguarda la capacità di individuare i collegamenti tra le proprie esperienze o competenze e la mansione per la quale ci si sta candidando, ma bisogna prestare attenzione anche ai dettagli: la stretta di mano dovrebbe trasmettere sicurezza, il contatto visivo è importante. Inoltre, è utile riuscire a presentarsi con congruo anticipo, ma senza eccessi, mentre l’abbigliamento, preferibilmente, dovrebbe essere curato, ma non troppo ricercato.

Pazientare e perseverare

Per essere realisti, bisogna anche ammettere che cercare un lavoro da neolaureati può presentare alcune difficoltà. La fase di ricerca, però, è anche il momento per imparare a conoscere il settore di riferimento, per calibrare le proprie aspirazioni in base alle esigenze e alle contingenze. La fretta, come per tante cose, è cattiva consigliera, ma bisogna conservare proattività e la capacità di saper ascoltare i consigli di persone già inserite nel mondo del lavoro, magari nello stesso settore, possibilmente anche compagni di università più fortunati. Può capitare, per esempio, che un datore di lavoro non risponda a una candidatura, o che confessi di aver preferito altri profili: in questi casi, scoraggiarsi non è mai una buona idea. Al contrario, di fronte a un rifiuto il miglior atteggiamento possibile è autocritico: interrogarsi su cosa potrebbe non aver funzionato o sul motivo per il quale i recruiter hanno scelto un’altra persona è d’aiuto per i tentativi successivi e per i colloqui stessi. Anche questa, d’altronde, è esperienza: vale un po’ per tutti gli ambiti, e in particolare per la ricerca del lavoro, ma fare tesoro di tutto, rifiuti compresi, è la strategia vincente sul lungo periodo.