Cna: “l’approdo di migranti non può pesare solo sulle spalle della costa agrigentina”

Roma, 24 nov. (askanews) - Sbarcano oggi a Messina le 213 persone salvate questa settimana dalla Ocean Viking, la nave gestita dalle ong Medici Senza Frontiere (Msf) e Sos Mediterranee. Lo hanno annunciato le ong in un comunicato, in cui hanno rinnovato "l'appello ai governi europei di porre fine a un sistema che ostacola le operazioni di ricerca e soccorso salvavita e di garantire una risposta continuativa e coordinata al disastro umanitario in corso nel Mediterraneo Centrale". Solo questa settimana, si ricorda nella nota, più di 700 persone avrebbero tentato di fuggire dalla Libia su fragili imbarcazioni, mentre nuove violenze hanno provocato vittime civili nei dintorni di Tripoli. Quasi un terzo delle 215 persone soccorse dalla Ocean Viking, in tre operazioni di salvataggio, sono minori con meno di 18 anni, e la maggior parte di loro viaggia da solo. "Siamo sollevati che i naufraghi a bordo della Ocean Viking possano sbarcare in un porto sicuro oggi. Senza un sistema di ricerca e soccorso coordinato e dedicato, e in condizioni meteo altamente instabili, le vite delle persone continuano ad essere messe a rischio - ha detto Nicholas Romaniuk, coordinatore delle attività di ricerca e soccorso di Sos Mediterranee a bordo della Ocean Viking - gli ultimi giorni sono stati particolarmente mortali nel Mediterraneo Centrale. C`è bisogno urgente di un intervento coordinato per prevenire ulteriori perdite di vite nelle prossime settimane, la situazione è molto critica". Intanto proseguono le ricerche dei dispersi in mare a seguito del naufragio avvenuto nella giornata di sabato a circa un miglio dalla spiaggia dell`Isola dei Conigli (Lampedusa). Allo stato attuale sono 3 i corpi privi di vita (3 donne) recuperati in mare dalla motovedetta della Guardia Costiera CP 324. Due ulteriori corpi privi di vita - due donne - sono stati ritrovati a terra da personale della Guardia di Finanza. Attualmente le condizioni meteo-marine permangono avverse e nelle ricerche resta imp

PROVINCIA DI AGRIGENTO. “Così come il fenomeno dell’immigrazione non può e non deve essere un problema solo italiano, anche il tema dell’approdo sicuro, specie in era post Covid 19,  non può e non deve essere una condizione riservata soltanto alla Sicilia o alla costa agrigentina”. Sul tema, i vertici provinciali della CNA di Agrigento prendono posizione rispetto alle ultime vicende che riguardano i costanti flussi di migranti nel Mediterraneo, la cui rotta finisce per concludersi alle porte del territorio agrigentino.

Un grido di allarme, quello lanciato dalla Cna, che è frutto di “un notevole e serio danno economico  subìto dalle attività produttive connesse alla filiera turistica, una delle più colpite dagli effetti dell’emergenza Covid-19, da cui, seppur con grande difficoltà, stiamo provando ad uscire”.

La Cna afferma che “le politiche nazionali, finalizzate a governare, assieme all’Unione Europea, le dinamiche legate all’immigrazione, sono chiamate a rispondere concretamente a questo particolare grido d’allarme”.

“Nella fase post Coronavirus, ancora fragile e vulnerabile rispetto all’elemento chiave legato alla sicurezza – affermano il presidente Francesco Di Natale e il segretario Claudio Spoto – scenari di questo tipo, che spesso guadagnano la ribalta della cronaca nazionale, non fanno certamente bene all’immagine delle nostre comunità, con l’inevitabile conseguenza di prenotazioni cancellate o di cambio in corsa di destinazioni da parte dei turisti, la cui preferenza si indirizza verso mete sgombre da ogni possibile e potenziale rischio contagio proveniente dall’Africa, dove la situazione sanitaria non è certamente sotto controllo”.

Di Natale e Spoto annunciano che investiranno della delicata questione la governance della CNA nazionale, Inoltre, si farà promotrice di una iniziativa territoriale, con il coinvolgimento dei parlamentari, per arrivare ad una soluzione “che possa scongiurare il serio pericolo di un netto crollo di presenze nel territorio, che assumerebbe la connotazione di  un vero e proprio colpo di grazia nei confronti dell’economia turistica. In questa ottica, sarebbe anche opportuno risarcire il territorio, in termini di immagine e sicurezza, attraverso una incisiva campagna nazionale di promozione e valorizzazione”.