Pos sì, Pos no. La Cna di Agrigento prende posizione a difesa della categoria degli artigiani e dei commercianti, chiamati a dotarsi del sistema elettronico che consente di accettare pagamenti, per spese superiori a 30 euro, tramite carte di credito, di debito e prepagati. “L’obbligo è in vigore da lunedì scorso – affermano il segretario e il presidente della Confederazione, Piero Giglione e Mimmo Randisi – ma per fortuna non prevede alcuna sanzione per chi non adempie. Lo spirito della legge, per la verità, è apprezzabile in quanto mira a rendere tracciabili i flussi di denaro per contrastare l’evasione fiscale. Fermo restando questo aspetto, certamente positivo, – aggiungono i vertici provinciali della Cna – va subito detto però che il nostro giudizio è complessivamente abbastanza critico. Siamo decisamente contrari a questa novità perché è destinata a produrre ricadute negative sugli artigiani e sui commercianti. Ed oggi è un lusso che non possiamo assolutamente permetterci. La macchinetta elettronica, di cui si dovranno dotare le partite Iva, ha infatti un costo annuo e varie commissioni che, specie in questo particolare momento, non sono sostenibili. E’, per intenderci, un nuovo, ennesimo regalo che si fa alle banche ed è un nuovo, ennesimo colpo inferto nei confronti di chi, con sacrificio quasi eroico, resiste e produce. Per capire meglio il contesto, siamo di fronte a questa realtà: idraulici, falegnami, elettricisti, antennisti, manutentori di caldaie, nonché i loro dipendenti, spesso si recano in casa del cliente. Questo comporta che ciascun operaio dovrà essere dotato di un Pos. Tradotto in soldoni significa rendere sensibilmente più dura e difficile la vita a questi benedetti e martoriati lavoratori, costretti a sostenere una spesa in più che rischia di trasformarsi nella cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso. E’ davvero assurdo e fuori luogo. Si tratta, senza ombra di dubbio, di una misura pesante e dannosa. Questa imposizione si pone come l’ennesima complicazione burocratica e come costo ulteriore a carico del tessuto produttivo, già fortemente provato dalla crisi economica ancora in corso. E’ opportuno e doveroso allora un intervento del Governo per individuare adeguate soluzioni che consentano agli operatori economici di accettare la moneta elettronica senza doversi accollare alcun onere aggiuntivo. Noi spingeremo, ad esempio – concludono Giglione e Randisi – per la gratuità dell’operazione e per l’acquisizione a costo zero della macchinetta elettronica. Solo così un’ idea, in linea di principio positiva, potrà essere condivisa e apprezzata in tutte le sue articolazioni”.

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