CITTA’…DEI PROTOCOLLI. A CHE SERVONO SE NON SI USANO? INTERVISTA A SALVATORE VELLA

EDITORIALE

Il tema relativo ai protocolli è quanto mai attuale in città. Il dibattito è vivo, anzi, molto vivo, e i comunicati stampa diffusi in queste ore offrono il quadro reale. Protocolli d’intesa, protocolli di legalità. Sono strumenti, a volte dal significato pomposo, che se non sono utilizzati realmente servono davvero a nulla. La cronaca giudiziaria di questi giorni docet. Eppure, esiste un protocollo della legalità sottoscritto tra la S.R.F.F. (la società del Verdura Golf Resort) e la Prefettura. E’ ancora oggi valido, e doveva avere il compito di filtrare tentativi di illegalità. Ma, è successo ciò che è successo. E la dinamica evolutiva dei fatti di cronaca l’ha spiegata molto chiaramente il pm Salvatore Vella: “Rocco Forte non ha denunciato i fatti, solo dopo la nostra convocazione i dirigenti hanno collaborato”. Abbiamo chiesto al sostituto procuratore Salvatore Vella a cosa serve  il protocollo di legalità se poi si verificano tali episodi. “Gli strumenti ci sono – ci dice il pm Vella- ma devono essere utilizzati. C’è il protocollo di legalità, c’è una Procura della Repubblica a fianco di imprenditori che seguono il percorso della legalità. Se ci sono difficoltà legate alla criminalità, o altre forme di criminalità, gli imprenditori devono sapere che ci sono precisi punti di riferimento cui puntare. Il protocollo di legalità fa capo essenzialmente alla Prefettura, ma è chiaro che tale strumento per funzionare deve essere attivato. Questo strumento garantisce l’imprenditore, persona offesa. Ma è chiaro che se l’imprenditore, persona offesa, ritiene di percorrere altre strade, quindi fa accordi con la criminalità organizzata, subisce in silenzio, come diversi imprenditori siciliani, abusi più o meno criminali che vengono effettuati ai suoi danni, e ritiene di non fare uso del protocollo di legalità o della magistratura, o delle forze dell’ordine, è chiaro che lo strumento del protocollo di legalità viene vanificato ”. Questo il pensiero di Vella. Ma in città si stipulano protocolli d’intesa di varie tipologie. E anche qui la domanda è la stessa. A che servono? La risposta, stavolta, la diamo noi. A nulla se non sono seguiti da azioni di monitoraggio che mettano in risalto punti di forza e di criticità. Altrimenti, ha ragione Alberto Sabella, rimangono carta straccia. E i sindacati, ad esempio, dovrebbero incalzare il sindaco Vito Bono, per gli ottimi e costanti rapporti che intrattiene con il Verdura, a concretizzare quel “protocollo d’intesa” con i sindacati e la struttura turistica. Ma questo, sembra tabù. Ma l’esempio si può estendere verso altre realtà commerciali, anche quelle di più recente apertura. Allora, prima di diffondere comunicati stampa, che sembrano risposte di contraerea, forse è meglio riflettere più profondamente.

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