CI RISIAMO. VENIAMO PRESI IN GIRO PER L’ENNESIMA VOLTA

Ancora una volta la realtà deride vergognosamente la nostra Sciacca. E’ un copione, ormai, che si ripete e nel contempo si consolida. E’ la politica che si fa beffa della gente, è la politica che beffa anche i politici. Abbiamo avuto diversi casi, tutti eclatanti, tutti importanti per le sorti della città, per le sorti del suo sviluppo. La storia dell’ospedale di Sciacca è emblematica, come quella delle terme. Quella dell’ospedale supera la fantasia anche dei più autorevoli scrittori nati nella nostra provincia.

La storia è nota. Lotte e lotte per la salvaguardia della nostra struttura ospedaliera. Comitati, assemblee, raccolta di firme. Poi, puntualmente scendono in campo i politici. Ancora puntualmente giungono a Sciacca i vari membri del Governo regionale a “rassicurare”. Fino a ieri a politica ha esultato, ha battuto le mani, si è glorificata. Ha preso i meriti solo sulla notizia che il Piano della nuova rete ospedaliera siciliana aveva avuto l’ok del ministero della Salute. Non solo è salvo, ma addirittura l’ospedale viene promosso a Spoke, cioè di livello superiore. Ma il giorno dopo, la politica che non aveva letto il documento, è stata smentita da chi le carte, invece, le ha lette. E leggendole, si è accorto della porcata che è stata compiuta. Più che una promozione, concretamente siamo di fronte ad una punizione.

Mi viene proprio di ricordare un passo di Leonardo Sciascia tratto da “Le parrocchie di Regalpietra”. “………Una volta al circolo dei minatori venne un deputato nazionale, ascoltò i salinari, raccontavano miseria e l’onorevole chiudeva gli occhi come in preda a indicibile sofferenza, infine diede un calcio al tavolo cadde una lampada e andò a pezzi, l’onorevole promise grandi cose, ai minatori toccò comprare una lampada nuova….”

Filippo Cardinale

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