Chiude impianto rifiuti di Trapani, emergenza in 78 Comuni della Sicilia occidentale tra cui quelli del Belice
Da quasi una settimana sono stati sospesi i conferimenti in discarica degli RSU raccolti in 78 Comuni della Sicilia, tra cui quelli dell’area belicina della provincia di Agrigento.
Soltanto grazie agli importanti risultati in termini di raccolta differenziata (60%/75%), raggiunti dai Comuni interessati, il sistema di raccolta sta ancora reggendo e non si sono ancora creati i presupposti per una grave crisi igienico-sanitaria nei territori. La riunione che si è tenuta martedì 20 febbraio all’Assessorato Regionale Energia e servizi di pubblica utilità non ha sortito gli effetti sperati ed anzi ha prospettato soluzioni che metterebbero in seria difficoltà tutti i Comuni interessati.
A seguito di un controllo dell’Arpa effettuato nell’impianto di Gela, dove vengono conferiti i residui (sovvalli) del trattamento meccanico biologico (TMB) degli RSU, effettuato dalla Trapani Servizi, è emerso un superamento dei limiti di conformità del rifiuto al definitivo smaltimento in discarica. Limiti imposti dalla legge nazionale che regolamenta il settore. Fino al 31 dicembre 2023 vigeva un regime transitorio che consentiva di andare in deroga a questo limite; tale deroga non è stata più prorogata e, pertanto, dal 1° gennaio 2024 vale la stretta osservanza del limite per il successivo conferimento in discarica.
Pertanto Gela ha sospeso il conferimento dei sovvalli provenienti dalla Trapani Servizi, provocando a catenala chiusura dell’impianto trapanese. “Da tecnici del settore, intervenuti nel corso della riunione a Palermo – commenta Vito Marsala, a capo della Srr Agrigento Ovest di Sciacca – si è appreso che la normativa nazionale, applicata in questa circostanza, mostra delle incongruenze che ne impediscono la piena operatività”.
La situazione è stata condivisa dal dirigente regionale del Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti (DRAR), che ha comunicato al consesso la sua immediata iniziativa di inviare una nota al Ministero dello sviluppo economico per chiedere una modifica legislativa che possa consentirne una corretta applicazione o, in alternativa, riproporre la deroga.
“Da Amministratori del servizio di gestione di raccolta dei rifiuti urbani – dice ancora Marsala – dobbiamo sottolineare che la problematica non deriva dalla modalità di gestione della raccolta, ma è insita proprio nel trattamento del rifiuto presso gli impianti a ciò autorizzati, il cui accesso è consentito ad elevati costi sostenuti dalle comunità con la TARI. Certo non si può però omettere che la problematica agli operatori del settore (impianti di Discarica, impianti di TMB) e a tutti gli Enti Istituzionali coinvolti fosse ben nota. Che si è fatto? Nulla! Oggi – continua Marsala – esiste il problema perché 78 comuni non riescono a conferire i rifiuti non differenziati. Questa inerzia degli operatori del settore ha pertanto causato il ritardo nella comprensione del problema da parte dell’Assessorato regionale preposto con ricadute gravi, ancora una volta, per l’intero ciclo dei rifiuti in Sicilia. È chiaro infatti che quello che è successo alla Trapani Servizi potrebbe accadere, domani, a tutti gli impianti TMB della Sicilia”.
Con l’attuale situazione, tutti i 78 Comuni coinvolti, molto probabilmente, saranno costretti a conferire i loro RU nei siti della Sicilia Orientale, con conseguente aggravio di costi. Già si stima un costo di circa 450 euro per ogni tonnellata di rifiuto conferito, tutto ciò a carico dei cittadini che ancora una volta si troveranno rincari sulla TARI, malgrado percentuali di raccolta differenziata oltre il 65%.
“Non possiamo che stigmatizzare, con forza, l’attuale situazione d’incertezza – concludono le Srr – non derivante da responsabilità imputabili ai singoli comuni o alle SRR interessate e, pertanto, sollecitiamo un immediato intervento della Regione per la individuazione di un impianto alternativo dove conferire gli RSU, nonché provvedimenti specifici in merito alla risoluzione delle criticità tecniche-giuridiche relative alla violazione del limite relativo ai sovvalli provenienti dai TMB”.