Chiesti 4 anni di carcere al 73enne che travolse e uccise motociclista nel circuito del giro d’Italia

AGRIGENTO- Per Gaetano Agozzino, 73 anni, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e omicidio stradale, è stata richiesta una condanna a 4 anni di reclusione. La pubblica accusa è rappresentata dal magistrato inquirente Elenia Manno. Secondo l’accusa è colpevole di entrambi i reati. Avrebbe rimosso le transenne dell’Anas e investito con la sua auto l’agente di commercio 48enne Leonardo D’Amico di Sambuca di Sicilia.

È stata anche la volta delle conclusioni della difesa degli eredi di D’Amico Leonardo rappresentati dall’avvocato Aldo Rossi , costituitosi parte civile nel loro interesse. Il legale ha lungamente percorso tutte le indagini soffermandosi ad analizzare le consulenze di parte, trattando tutte le possibili varianti in diritto. L’avv. Rossi ha poi esaltato la figura di Leonardo D’Amico tracciando un quadro complessivo del valore della sua persona, di quanta sofferenza sia stata patita sia per la famiglia, sia per gli amici che per l’intera comunità sambucese e non solo. “Occorre una pena esemplare -così ha concluso il penalista saccense – per dare giustizia al nefasto evento scaturito da numerose violazioni -sottolineando-che la sentenza è attesa più di quanto si possa immaginare”.

L’incidente accadde nei pressi di Maddalusa il 9 maggio del 2018, giorno della tappa agrigentina del Giro d’Italia. D’Amico morì dopo tre settimane. Agozzino, in occasione dell’interrogatorio di convalida, aveva spiegato di avere perso la testa perché gli addetti dell’Anas gli avevano detto che avrebbe dovuto aspettare molte ore prima di potere rientrare a casa. L’anziano era andato in contrada Maddalusa per fare jogging e, al ritorno, trovò la strada bloccata perchè era in corso la tappa.
Il 25 maggio, dopo l’arringa difensiva dell’avvocato Salvatore Maurizio Buggea, il gup Micaela Raimondo emetterà la sentenza.

(Nella foto la vittima, Leonardo D’Amico di Sambuca di Sicilia)