CHIESA BVM DI LORETO, “EX INCOMPIUTA”. STAMANE LA CONSEGNA AL PARROCO

EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

Tutto è bene ciò che finisce bene, anche se comporta amarezza, lotte, arrabbiature, speranze, delusioni, illusioni. C’è il tempo per la gioia. E vogliamo viverla, accettandola carica di percorsi estenuanti, difficili, irti di salite. Ma, forse, è proprio per questo che alla fine la felicità diventa più corposa. Il messaggio evangelico insegna a crescere nelle sofferenze, nelle tribolazioni. La chiesa B.M.V di Loreto è l’esempio che calza in modo adeguato.

Diversi decenni, tre, di lotte senza tregua per ultimare i lavori per la sua realizzazione. Difficoltà burocratiche, cavilli tecnici, ostacoli finanziari. Ma le forze delle negatività sono state superate dalla tenacia, dalla fede, dalla lotta instancabile di don Gino Faragone, sostenuto dai tanti fedeli che lo hanno seguito nelle difficoltà, nella lotta contro i giganti della burocrazia. Stamattina, il sindaco Fabrizio Di Paola, l’assessore Ignazio Bivona, hanno consegnato ufficialmente la chiesa “completata” al parroco don Gino Faragone. Vogliamo fermarci qui, goderci senza guardare al passato il giorno che tutti si sperava: il completamento di una delle incompiute di Sciacca. E’ un giorno di festa che accompagnato all’apertura dell’altra incompiuta, il etatro popolare “Samonà”, segna una svolta.

E sarà compiuta anche la mamma delle incompiute,la piscina comunale. Sciacca, così, sarà l’ex città delle incompiute.

Tra poco, verrà compiuta un’altra delle incompiute della lunga lista nera delle opere pubbliche: la casa di riposo per gli anziani, quella della Perriera, che con la sua luminosa e bianca facciata da poco ultimata avvisa la città che sta per arrivare. Oggi vogliamo lasciare da parte una caratteristica saccense, quella della “lamentazione forzata”, delle critiche a tutti i costi.

Vogliamo goderci, invece, il segno di una svolta, di un nuovo capitolo. Un nuovo capitolo che possa essere da stimolo per la nuove generazioni a non compiere gli errori del passato, ma anche a guardare la città come terreno su cui costruire le speranze di un futuro migliore.

Grazie don Gino, grazie ai suoi fedeli. Avete impartito una lezione di vita, ma soprattutto di fede e di speranza. Avete impartito il valore del non arrendersi, ma di lottare con la forza della ragione, della fede, della speranza, della costanza.Tutto questo equivale a mille omelie; quella di oggi è, forse, la più bella omelia che potesse diffondere la Chiesa.

Grazie a quanti, nella politica, hanno profuso l’impegno a chiudere un triste capitolo. Anche per la politica questo giorno dovrebbe essere impresso nella mente e nella memoria: essere al servizio della comunità nobilita il mandato elettorale.

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