Che fine fanno le “stelle” di Sciacca? Curreri va con Conte? Batta un colpo chi c’è

SCIACCA. Di Filippo Cardinale

Sembrava un fidanzamento ben saldo che prospettava un matrimonio d’amore, dopo insulti pesanti con tanto di interviste rilasciate a quantità industriale. Il sogno d’amore tra Pd e M5S risente, ovviamente, della gravissima crisi che sta dissolvendo il Movimento 5 Stelle. Chi va con Conte, chi resta con Grillo?

Assai difficile capirlo, anche perché tutti sono stati baciati dalla sirena attraente del potere politico e dei suoi palazzi con annessi privilegi. Baciati da una fortuna esclusivamente elargita da Beppe Grillo, l’Elevato, il Visionario, il dispensatore di Vaffa. Illustri sconosciuti, nullafacenti in gran parte, anche culturalmente poveri, sono diventati deputati e senatori pur non disponendo di voti. L’onda gigantesca di Beppe Grillo li ha portati dentro il Palazzo. E anziché aprirlo come una “scatola di tonno”, vi si sono ficcati dentro assaporando quanto è bello fare il tonno.

A Sciacca non si ha più notizia del M5S. C’è un senatore impegnato ad alimentare il suo profilo Facebook con gesta eroiche, di risultati narrati come imprese di eroi della mitologia greca. In silenzio anche il meetup grillino di Sciacca. In silenzio il consigliere Teresa Bilello. Il “rumore” che si ode è quello del consigliere Alessandro Curreri. Sembra, in verità, più un solista, anch’egli visionario di una Sciacca più efficiente. Ma ha capito quanto sia difficile pure fare ricollocare il gioco per disabili allo Stazzone rimosso due anni fa. Un atroce delitto contro il mondo dei disabili al quale è stata negata la gioia di salire su una giostra adatta a loro.

Alessandro Curreri continua ad essere attivo. E’ uno spirito ribelle, giustamente ribelle quando si è davanti a ingiustificabili storture della burocrazia, con la complicità anche della politica. Di fronte ad aver negato ai disabili il gioco allo Stazzone, dovrebbe spingere il sindaco ad un digiuno perenne fino alla ricollocazione del gioco rimosso. Altro che marce campestri.

Alessandro Curreri crediamo sia più propenso a seguire l’avvocato del popolo, “Giuseppi” Conte, anziché Beppe Grillo. Dunque, nel silenzio pentastellato di Sciacca si riflettono le fibrillazioni romane. Non v’è dubbio che la crisi profonda del M5S avrà ripercussioni su quel matrimonio elettorale intravisto dal PD locale. Insomma, un’alleanza elettorale per sommare consenso. Ma qui, a sommare, sono ormai le fibrillazioni che assalgono il M5S.

Il malessere evidente lo esterna, oggi, anche l’onorevole Rosalba Cimino. “Da portavoce avrei voluto prima conoscere il progetto affidato già 4 mesi fa a Giuseppe Conte valutarlo proprio come faranno le 7 persone individuate e infine far decidere tutti gli iscritti sulla validità e sulla persona (o le persone, nel caso della scelta di perseguire un comitato) che dovranno portare avanti l’organizzazione del Movimento 5 Stelle. – scrive Rosalba Cimino, analizzando il momento del partito – Sono d’accordo che l’uno non vale l’altro, ma sono rimasta affezionata al concetto che “uno vale uno” . Se si continua a nascondere che in fondo non è proprio così, continueremo a far finta che tutto vada bene. Da tre anni siamo al governo senza una struttura sul territorio che ci consenta di lavorare più capillarmente per esprimere il potenziale che abbiamo. Non si può rimanere uniti, continuando ad escludere e continuando a prendere decisioni univoche”.  Il barometro pentastellato continua a rimanere nella bassa pressione per evidenziare costante tempesta.