CGIL, CISL E UIL DENUNCIANO LA TELECOM: “HANNO CREATO UN CONTENITORE PER CHI USUFRUISCE DELLA 104”. E PARTE PURE UN EPSOSTO ALL’ISPETTORATO DEL LAVORO PER L’ARTICOLO 18
“Ancora una volta Telecom Italia non perde occasione per mostrare il suo vero volto. Rassicurante, filantropica, socialmente responsabile all’esterno, dura e violenta con i suoi dipendenti cioè con coloro i quali in questi anni hanno permesso all’azienda utili e guadagni rilevanti”. Lo dichiarano le segreterie provinciali agrigentine Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil che denunciano: “In questo ultimo periodo, Telecom ha creato un reparto “contenitore” il CSA dove collocare soprattutto lavoratori che fruiscono della legge 104, inidonei e sindacalisti. Un vero e proprio ramo d’azienda creato ad hoc per poi essere facilmente ceduto”.
I sindacati fanno riferimento al 4 agosto 2010, quiando le organizzazioni sindacali nazionali, nel gestire le ricadute del Piano Industriale di Telecom Italia, tra le tante leve operative, hanno concordato un processo di internalizzazione di attività in grado di supportare un percorso di mobilità professionale dalle aree commerciali e di call center alle attività di Rete.
“Constatato che l’Azienda- scrivono i sindacati- , fino ad oggi non ha fornito i dati al sindacato regionale e territoriale delle risorse coinvolte e soprattutto non ha mai informato le Rsu relativamente alla tipologia delle attività conferite in appalto e alle localizzazioni, nonché, al numero dei lavoratori interessati dipendenti delle ditte appaltatrici e delle attività eventualmente soggette a subappalto, dati fra l’altro previsti dall’art 53 del CCNL. Rilevato che il settore dell’appalto telefonico sta fruendo di tutti gli ammortizzatori sociali previsti dalla legge e che il subappalto ha raggiunto livelli che sfiorano l’80 % delle attività affidate, ci rendiamo conto che urge una verifica territoriale in grado di determinare quelle condizioni di equilibrio e trasparenza in un settore così delicato”.
“Puntualmente- proseguono i sindacati- nelle assemblee dei lavoratori, ci viene segnalata la presenza di “lavoro nero” spesso prodotto anche da ex lavoratori di Telecom Italia in mobilità, che continuano ad operare in libero accesso nei siti di Telecom Italia”.
Per porre fine a questo gioco al massacro, i sindacati si rivolgeranno nei prossimi giorni agli Uffici Governativi e Provinciali preposti chiedendo un “tavolo istituzionale” al fine di ripristinare le relazioni industriali che la legge affida alle RSU ed alle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative”.
Intanto, lo scontro tra sindacati e Telecom si fa rovente e vi è anche un esposto per altre vicende. I sindacati hanno inviato all’Ispettorato del Lavoro regionale un esposto per la verifica dell’applicazione dell’art. 18 (comma 1 lett. C ) e art. 41 del D.lgs n.ro 81/2008, riguardanti rispettivamente il Datore di Lavoro (Telecom Italia) e il Medico Competente. Sono i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uicom-UIL.
I segretari regionali Cardella, Tomasello e Tumminia, denunciano che, secondo loro, “Dalla scorsa primavera in Sicilia, a fronte di una nuova riorganizzazione, Telecom Italia in modo coatto, ha iniziato a operare numerose mobilità professionali di lavoratori provenienti da settori amministrativi/commerciali e riallocati in altri settori definiti di “prima linea” quali i Call Center (187-119) senza alcun accordo sindacale sui criteri di scelta”.
I sindacati ricordano che “i lavoratori interessati alla riconversione professionale, sono dipendenti con età anagrafica “over cinquanta” e la maggior parte di essi è affetta da patologie. Alcuni di loro, infatti, indotti dall’omessa visita per cambio mansione da parte del Datore di Lavoro, hanno chiesto visita straordinaria urgente al gestore H.R per far verificare l’idoneità/inidoneità alla nuova attività”.
Per i sindacalisti, “le suddette omissioni riguardanti la sorveglianza sanitaria non sono nuove, infatti, sono state denunciate ripetutamente dai RLS” .
Il nocciolo della questione, secondo quanto denunciano i sindacati, sta nel fatto che “i lavoratori, sottoposti a visita, a fronte di patologie equivalenti o comparabili, hanno subito giudizi opposti da parte dei due Medici Competenti. Cosicché, oggi, alcuni di loro giudicati idonei, sono stati destinati al Customer Care mentre altri con analoghe patologie, giudicati inidonei dall’altro medico, sono stati riallocati in un settore di back office. Questi ultimi, sono stati giustamente considerati non più in grado di garantire ritmi e performance professionali tipiche dei Call Center, che come noto, è attività usurante e incompatibile con l’età e la loro salute”.
I sindacatai prevedono che “la drammatica situazione in atto, a tutela del diritto, possa far crescere esponenzialmente il numero degli esposti agli Organi di controllo/vigilanza con inevitabili ricadute” e chiedono all’Ispettorato del Lavoro “un’attenta verifica sulle valutazioni di idoneità/inidoneità espresse dai due Medici, che, pur rispettando lo stesso protocollo esprimono “stranamente” giudizi diversi.”