Centro Covid di Ribera pronto entro metà gennaio. Zappia: “Non ho potuto governare direttamente i lavori”.

RIBERA. Le procedure tecniche e amministrative, ma anche gli interventi strutturali, hanno ritardato l’apertura del Centro Covid di Ribera, smentendo le ottimistiche previsioni che erano state fatte subito dopo l’estate, quando la seconda fase dell’emergenza richiedeva la disponibilità nel territorio di strutture adeguate.

Oggi anche il commissario dell’Asp Mario Zappia, che dopo un sopralluogo a metà ottobre, quando venne aperto il cantiere, disse che entro metà novembre il Centro Covid sarebbe entrato in funzione, si è dovuto ricredere e rinviare tutto al 2021. “Le procedure amministrative finalizzate alla realizzazione dell’Hospital Covid – dice il manager – relate e correlate alla ristrutturazione e adeguamento dell’immobile, nonché all’acquisizione delle apparecchiature, hanno richiesto tempi più lunghi di quelli preventivati e ciò nella considerazione che l’amministrazione pubblica deve seguire iter procedurali ai quali il privato, ovviamente, non è tenuto”.

I numeri dell’emergenza sanitaria in provincia ad un certo punto avevano fatto preoccupare ed i ritardi nella definizione del Centro Covid alimentarono polemiche e pesanti accuse all’indirizzo dell’Asp. Lo stesso Zappia si è più volte recato nel cantiere riberese cercando di imprimere un’accelerazione ai lavori, ma ha dovuto fare i conti con l’iter burocratico e alcuni problemi tecnici non previsti. Oggi annuncia la data presunta di fine lavori e apertura.

Zappia dice che entro la prima quindicina del mese di gennaio tutto sarà pronto. Ma ha pure chiarito che le procedure amministrative di definizione lavori e approvvigionamento di materiale e strumentario sanitario vengono gestire dal soggetto attuatore nominato dalla presidenza della Regione, con la tempistica che l’urgenza del caso richiede, ma che l’Asp non può governare direttamente”. Zappia ha così voluto fare chiarezza, rispondendo in particolare a Giovanni Principe e Pippo Spataro del Tdm e di Cittadinanzattiva che avevano criticato l’Asp e per i ritardi di una struttura ritenuta strategica per il territorio provinciale.