CENTRO COMMERCIALE CONTRADA TABASI: “ANDREMO AVANTI CON LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO”
La società proprietaria dei terreni disposta a proseguire nella realizzazione. Ci sono altre società nazionali interessate al progetto
La notizia del fallimento della Collegno 2000 (decretata lo scorso luglio), la società che intendeva realizzare il centro commerciale in contrada Tabasi, ha indotto molti a pensare che l’investimento per la realizzazione del centro commerciale si fosse arenato. Per alcuni l’argomento è stato trattato quasi come una vittoria, come se si trattasse di un blocco ad una struttura che immettesse nel cielo sostanze tossiche. Altri, invece, hanno perso la speranza di un investimento capace di realizzare anche posti di lavoro per diverse centinaia di lavoratori.
Al di là del fatto che si può essere d’accordo o non sull’idea di realizzare un centro commerciale di importanti proporzioni, una considerazione asettica va fatta sui tempi che la burocrazia impiega per chiudere un iter progettuale di chi vuole investire.
Prima di procedere con la storia del percorso burocratico del progetto del centro commerciale, è bene sottolineare come il progetto non si ancora realizzato a causa della mancanza del Piano Commerciale nella nostra città. Non è bastata la delibera di Consiglio comunale per l’approvazione del progetto, no. Necessitava anche l’approvazione del Piano Commerciale.
Certo, se un imprenditore qualsiasi che intende investire al sud, e qui da noi in particolare, deve imbattersi in una giungla nella quale il tempo rimane prigioniero della burocrazia. La notizia che fa da contraltare è quella che la società proprietaria dei terreni di contrada Tabasi, sui quali realizzare l’investimento, economicamente solida è intenzionata a subentrare al progetto e giungere all’obiettivo. Infatti, il perfezionamento della compravendita dei terreni non è avvenuto, dunque è reale la possibilità di realizzare l’investimento. Insomma, il progetto non è morto insieme al fallimento della Collegno 2000.
La Collegno 2000, che in Italia ha realizzato diversi centri commerciali, a Palermo il Forum, decide di realizzare a grande struttura commerciale, e il 21 aprile del 2008 stipula il contratto di compravendita con la società proprietaria dei terreni che emette procura per presentare il progetto al Comune di Sciacca. Contratto di compravendita che produce i suoi effetti con il rilascio delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione dell’investimento.
L’iter del progetto viene attivato con istanza al Comune di Sciacca in data il 21 dicembre 2009. E’ da questo momento che si attiva il contatore del tempo della burocrazia. Tempo che dimostra il contrario di una approvazione in tutta fretta. La prima conferenza si ebbe il 17 dicembre 2010. Il 9 settembre 2011 i progettisti, dopo una lunga ed estenuate lavoro con gli enti, ripresentano le relative integrazioni per il completamento del progetto.
Nel frattempo sono stati acquisiti tutti i pareri necessari alla pratica. (Parere Igienico Sanitario favorevole del servizio di medicina 15/11/2011; parere favorevole Servizio Pre.s.a.l. 14/11/2011; parere favorevole del comando Provinciale dei Vigili del Fuoco 07/03/2012; pareri favorevole del Servizio 1 VIA/VAS 03/05/2012; parere favorevole dei VV:UU 15/11/2011). Nell’ultima conferenza dei Servizi vengono ulteriormente acquisiti altri pareri (pareri: del Genio Civile 12/06/2012; parere favorevole della Rip. Ecologia ed Impianti 12/06/2012; 2 pareri favorevoli dell’ANAS 01/02/2012 e 12/06/2012; parere favorevole dell’ARTA 12/06/2012).
Concluse le 4 Conferenze di Servizio si va in Consiglio Comunale che approva il progetto il 22 maggio 2013. Dalla presentazione del progetto ad oggi sono trascorsi 4 anni.
Il progetto, nonostante la delibera del Consiglio comunale di approvazione, si blocca in quanto per ritirare la licenza occorre il Piano Urbanistico Commerciale ancora ad oggi non approvato. Nel frattempo, la società proprietaria dei terreni, insieme alla Collegno 2000, spendono, per tale progetto, tra progettazione, istruttorie, Regione Siciliana e spese varie, circa 200 mila euro.
Lo scorso luglio, la Collegno 2000 fallisce. Non è la sola società a fallire in una Italia vittima di una crisi senza precedenti. Al di là del fallimento di una società avvenuta dopo cinque anni dalla presentazione del progetto, il nocciolo della questione sta nel fatto che per colpa della burocrazia non si è ancora pronti ad iniziare i lavori.
Nonostante il fallimento della Collegno 2000, la proprietà dei terreni, considerato che hanno anche i requisiti per realizzare il Centro Commerciale, sono pronti a sostituirsi affinché si possa completare tale iniziativa. Un progetto al quale sono interessate altri colossi nazionali. Rispetto al decantato “sviluppo economico del territorio”, sarebbe auspicabile una pronta adozione del Piano urbanistico Commerciale.
Tralasciando se si è d’accordo o no con un progetto, la questione è una sola: come invogliare un imprenditore a investire quando i tempi della burocrazia sono tutt’altro che certi e incoraggianti? E’ su questo tema che il dibattito va sviluppato.