CdM impugna legge stabilità Sicilia, Armao:”Nessun effetto sugli equilibri di bilancio della Regione”

Il Consiglio dei ministri ha impugnato davanti alla Corte costituzionale ventotto norme della legge di stabilità della Sicilia, approvata a maggio dall’Assemblea regionale. Tra le norme cassate ci sono quelle che riguardano l’assunzione del personale sanitario e tecnico impegnato nell’emergenza Covid e di diverse categorie di precari (Asu e personale ex dipartimento Foreste), il «mini condono edilizio», i fondi (200mila euro) per i collegamenti interni dei Comuni. Disco rosso anche alla norma in materia di esercizio di attività nei beni demaniali marittimi e per la stabilizzazione del personale ex Dipartimento Foreste.

«La gran parte delle norme impugnate non sono di iniziativa governativa e comunque non determinano alcun effetto sugli equilibri di bilancio della Regione, né tanto meno nell’esame del disegno di legge di variazioni di bilancio che immette nuove risorse finanziarie per quasi 900 milioni di euro». Lo afferma l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, in merito alla decisione del Consiglio dei ministri di impugnare alcune norme della Legge di stabilità regionale approvata dall’Ars lo scorso 14 maggio.