Cattura Messina Matteo Denaro sulle orme delle ricette sanitarie

MARSALA-  Il luogotenente dei carabinieri del Ros Francesco Nasca ha raccontao, ieri in Tribunale a Marsala, il percorso delle indagini che hanno consentito di accertare come Andrea Bonafede, il nome riportato su diverse cartelle cliniche e ricette mediche, era di fatto Matteo Messina Denaro, affetto da patologia oncologica.

L’investigatore è stato ascoltato  nel processo al medico campobellese Alfonso Tumbarello, accusato di concorso esterno in associazione
mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati a nome di «Bonafede Andrea» per consentire al capomafia castelvetranese di potersi curare.

Dalle chat nel suo telefono cellulare, sequestrato lo stesso giorno dell’arresto, sono emersi altri preziosi elementi. «Messina Denaro – ha
detto Nasca – ha scoperto la sua malattia con una colonscopia effettuata nello studio medico del dottor Bavetta, a Marsala. Il 5 novembre il ricovero all’ospedale di Mazara, dove fu operato il 9 e dimesso il 13. A compilare la scheda di accesso fu il dottor Giacomo Urso (il medico che lo operò)».
Il cugino omonimo di Andrea Bonafede, quello classe ‘69, che «fornisce – ha sottolineato Nasca – un supporto logistico fondamentale; va a prendere le ricette da Tumbarello, si intesta una utenza telefonica che cede a Messina Denaro durante il ricovero a Mazara e lo accompagna prima all’ospedale mazarese e poi, il 9 dicembre 2020, all’ospedale di Trapani per un consulto oncologico con il dottor Zerilli. A Trapani fa una Pet l’11 gennaio 2021 e il 19 avvia la chemioterapia a La Maddalena, dove viene ricoverato il 2 maggio per un altro intervento chirurgico
(metastasi al fegato). Ai fini dell’anamnesi, dice ai medici che il padre è morto di infarto a 70 anni».