Catanzaro come Gaber: la tenda non è istituzionalmente rispettosa, la marcia si
SCIACCA. Editoriale di FILIPPO CARDINALE
Il grande Giorgio Gaber è sempre presente e i suoi stupendi testi sono sempre attuali. Uno di questi è certamente “Destra e sinistra”. Nel suo sempre attuale testo si chiedeva cosa fosse la destra e la sinistra. Una osservazione che incarnava il contesto politico del tempo. “Fare il bagno nella vasca è di destra, far la doccia invece è di sinistra”, “una bella minestrina è di destra, il minestrone è sempre di sinistra”. E ancora, “tutti i film che fanno oggi son di destra, se annoiano son di sinistra”. “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra”.
Oggi, il nostro deputato saccense del Pd ci rinverdisce gli interrogativi del mitico Giorgione. Il giovane deputato regionale, oltre a immettere nel Pd la sua cultura e formazione democristiana coltivata sotto “quella peggiore politica” definita dal suo neo segretario provinciale, conia una attuale altra differenza imperniata sulla protesta.
In questo caso, al centro del dubbio c’è il “rispetto” verso le istituzioni. Catanzaro versione Gaber nasce dal famoso scatto di orgoglio quando quattro anni fa disse di voler piantare una tenda davanti a Palazzo d’Orleans per protestare sulla vicenda delle Terme.
Oggi, sempre sul tema della protesta, al giovane deputato dal sangue democristiano (non è un’offesa ma un vanto) si accende lo spirito della protesta. Ma come fare a partecipare alla 4 giorni di marcia cancellando quella famosa mancata impiantazione di tenda?
Semplice, Gaber docet. Al posto di “destra e sinistra” colloca il rispetto istituzionale. Oggi, il giovane deputato dichiara che “la tenda a Palermo non l’ho montata per rispetto istituzionale”. Dunque, la tenda è istituzionalmente irrispettosa, la marcia no. Ambedue avevano la sostanza della protesta.
Dunque, oggi Gaber canterebbe un testo dal titolo cos’è il rispetto istituzionale in merito alla protesta. E allora il testo sarebbe: “la tenda è irrispettosa, la marcia è rispettosa”.
Arrampicarsi sugli specchi, specie quando la chiusura delle terme porta la firma e la volontà di Saro Crocetta (emigrato a Tunisi), presidente della Regione di punta del Pd, è una pratica difficile. I politici, ormai, sovente, dimenticano ciò che hanno detto mezz’ora prima, convinti che la gente sia una spugna che assorbe tutto.
Non tutti. Ringrazio il deputato per avermi offerto la possibilità di verificare la mia memoria e mettere alla prova il mio filtro di impermeabilità che resiste bene ai costanti tentativi della politica di far passare tutto, anche le contraddizioni.