CATANIA,DONNA MORTA DOPO PARTO, 12 MEDICI INDAGATI
La Procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati 12 medici del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Cannizzaro di Catania per il caso di Valentina Milluzzo. Il reato ipotizzato è omicidio colposo plurimo. L’iniziativa, si sottolinea dalla Procura, è un atto dovuto dopo la denuncia dei familiari della donna per eseguire l’autopsia come atto irripetibile.
Gli indagati sono tutti i medici in servizio nel reparto ad eccezione del primario, Paolo Scollo, e dell’assistente Emilio Lomeo, che erano assenti. Quello sul medico obiettore nel reparto di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove era ricoverata ed è morta Valentina Milluzzo, per la Procura di Catania “è un falso problema”.
L’attenzione dei magistrati, secondo quanto si apprende, è concentrata sulla verifica, attraverso la cartella clinica, dei protocolli d’intervento e assistenza prestata alla paziente, oltre che ai controlli ai quali è stata sottoposta durante il ricovero e in particolare durante la crisi che ha preceduto il decesso.
“I fatti dimostrano il contrario: il medico ha indotto il secondo aborto con l’ossitocina, quindi non c’è proprio la base per parlare di obiezione di coscienza”. Lo ha detto il professore Paolo Scollo, primario del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Cannizzaro di Catania, sul caso di Valentina Milluzzo. Il medico si è detto “sorpreso e stupito per quello che sta accadendo”. Ed ha invitato i giornalisti a “non trasformare un doloroso dramma in sensazionalismo mediatico questo la stampa non lo deve permettere”.
“Nel momento in cui il medico, dopo il primo aborto spontaneo – ha ricostruito il prof. Scollo – induce il secondo parto abortivo con ossitocina, come si può parlare di obiezione di coscienza? Da cosa nasce l’enfatizzazione del medico obiettore di coscienza? Ha fatto quello che andava fatto secondo riconosciuti protocolli medici internazionali”.