Castello Incantato: cosa prevede il progetto di riqualificazione da 2 mln di euro

SCIACCA. Uno dei beni culturali di maggiore rilevanza della provincia di Agrigento insieme alla Valle dei Templi e la Scala dei Turchi, potrebbe essere riqualificato e ulteriormente valorizzato grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato nel 2021 dall’Italia per rilanciarne l’economia dopo la pandemia di Covid 19, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese.

Si tratta del cosiddetto “Castello Incantato di Filippo Bentivegna” di Sciacca, sito di proprietà regionale dichiarato “bene culturale” nel 2015 e gestito da quasi 15 anni dalla Cooperativa “Agorà” di Sciacca. Il “Castello Incantato” è un grande e suggestivo museo a cielo aperto unico nel suo genere, un appezzamento di terreno di circa 18 mila metri quadrati alle falde del monte Kronio, dove Filippo Bentivegna a metà del Novecento, rientrato dagli Stati Uniti, si ritirò in eremitaggio realizzando migliaia di sculture su pietra e legno. Per anni il luogo fu in stato di abbandono, gestito male e con carente manutenzione. Poi venne assegnato ad una società cooperativa creata da alcuni giovani saccensi che lo hanno reso sito di fruizione turistica.

La società che lo gestisce ha partecipato ad uno dei bandi del PNRR, quello riguardante interventi di restauro e valorizzazione di parchi e giardini storici di interesse artistico e culturale. Lo ha fatto con un progetto di 2 milioni di euro che, se finanziato, trasformerà il “Castello Incantato” in un moderno e più attraente spazio museale di interesse internazionale.

Il giardino ospita circa 1.500 sculture, 10 gruppi scultorei e 8 alberi scolpiti in alto/basso rilievo. A monte ci sono degli ingrottamenti di ulteriori sculture nella pietra viva delle pareti. All’interno sono presenti due piccoli edifici nei cui muri si possono ammirare delle pitture raffiguranti grattacieli e torri “contaminati” da citazioni figurative, reminiscenze iconiche della permanenza di Filippo Bentivegna negli Stati Uniti, parzialmente rimossi o coperti da intonaco cementizio a causa di un infelice intervento di manutenzione. E’ un luogo di grande suggestione si cui tutti i visitatori si innamorano. Manca purtroppo un impianto di illuminazione che ne consenta la fruibilità in notturna

Vediamo cosa prevede il progetto redatto dall’architetto Giuseppe Amico:

– Interventi sulla Componente vegetale e disegno del giardino: particolare attenzione verrà data alla cura degli 8 alberi di ulivo secolari su cui il Bentivegna ha eseguito le sculture a bassorilievo, attraverso interventi di arboricoltura, concimazioni speciali, diagnostica e strategie di controllo e monitoraggio della loro stabilità ed attività vitale; sulle sculture in pietra si procederà alla rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco con pulitura delle superfici lapidee; previsti interventi di manutenzione straordinaria su due piccoli edifici presenti all’interno del giardino con funzioni espositive.

– Interventi sulla componente impiantistica: realizzazione di un impianto di smaltimento delle acque meteoriche che percorrerà i viali per la linea di pendenza verso valle.

– Impianto di illuminazione ad alta efficienza energetica: prevista la integrale sostituzione dell’impianto elettro/illuminante in quanto l’esistente oramai inadeguato sia dal punto di vista tecnico che “espositivo”. L’impianto restituirà una corretta lettura delle forme vegetali, delle “teste” e dei gruppi scultorei.

– Interventi sulla componente sicurezza ed accessibilità: l’intervento prevederà la realizzazione di un sistema di protezione attraverso un sistema perimetrale a cavi interrati capace di rilevare le intrusioni basandosi sulla tecnologia a radiofrequenza. Si prevedono 30 telecamere fisse, brandeggianti, con raggio di ripresa modificabile, che verranno collocate nella parte di giardino dove è preponderante la presenza di teste scolpite. E poi monitor e apparecchiature di registrazione che verranno collocati nell’area servizio-bar posta in prossimità dell’ingresso al giardino.

Giuseppe Recca