Casteldaccia, gli operai non dovevano scendere nel tombino: ecco perché non avevano le maschere

La strage di Casteldaccia, indagine per omicidio colposo plurimo. Da una prima ricostruzione risulta che gli operai non sarebbero dovuti scendere in quella vasca. Il contratto d’appalto prevedeva solo l’aspirazione dei liquami con un autospurgo. Questo spiega perché nessuna delle vittime indossava la mascherina né aveva il gas alert, un apparecchio che misura la concentrazione dell’idrogeno solforato, il gas che poi li ha uccisi. Il titolare della Quadrifoglio, la società per la quale lavoravano gli operai coinvolti, rientra dagli Usa.

Non è chiaro, dunque, perché i cinque siano scesi all’interno della stazione di sollevamento nè cosa sia accaduto dopo. L’ipotesi che si sia rotto un tubo da cui poi è fuoriuscito il gas è smentita dai vigili del fuoco, mentre non si esclude che gli operai abbiano potuto aprire una paratia che sarebbe dovuta restare chiusa. L’ambiente infatti, in condizioni normali, è a tenuta stagna, tanto che prima della tragedia altri operai aveva lavorato all’interno del tombino.

La Procura di Termini Imerese, che indaga sulla morte dei 5 operai, ha aperto un fascicolo, ancora a carico di ignoti, con l’ipotesi di omicidio colposo plurimo. L’indagine è coordinata dal procuratore Ambrogio Cartosio.

Foto Repubblica