CASSAZIONE: INSULTI LECITI SE IL VICINO DI CASA FA TROPPO RUMORE. IL CASO DI UN AGRIGENTINO

Chi ha l’abitudine di tenere a lungo acceso il motore della macchina, per scaldarlo prima di partire, commette un’azione di disturbo nei confronti del vicino di casa che ha l’abitazione in prossimità della quale viene eseguita tale rumorosa operazione. Lo sottolinea la Cassazione accordando l’esimente della provocazione a chi, disturbato dal rumore e dai gas di scarico, reagisce con parolacce contro il proprietario dell’auto. Soprattutto se gli insulti vengono rivolti “nell’immediatezza” del fatto. Non è mai lecito, invece, lasciarsi andare anche alle minacce. Il caso affrontato dalla Suprema Corte – con la sentenza 35239 della V Sezione Penale – è quello di un quarantenne agrigentino, Luigi M., condannato per ingiuria e minacce con verdetto del 1 febbraio 2011, emesso dal tribunale di Agrigento. L’uomo era finito davanti alla giustizia per aver manifestato una “reazione irosa” nei confronti del vicino di casa che aveva tenuto acceso “per un lasso di tempo rilevante” il motore diesel della sua a macchina parcheggiata in prossimità della veranda dell’abitazione di Luigi M.”. In sostanza, Luigi M. aveva insultato il molestatore e gli aveva, molto probabilmente, promesso azioni violente. Davanti ai supremi giudici l’imputato ha chiesto “l’esimente della provocazione per aver reagito in preda allo stato d’ira determinato da tale comportamento del vicino”. La richiesta è stata accolta dalla Cassazione che ha ritenuto fondato questo motivo di ricorso e ha disposto l’annullamento con rinvio della condanna per ingiuria, affinchè il Tribunale di Agrigento emetta un verdetto più clemente. Niente da fare, invece, per la condanna relativa alle minacce: quella rimane.

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