Caro bollette, Raso del Centro Consumatori Italia: “In provincia troppe chiusure di attività commerciali”

Operatori economici e famiglie agrigentine in ginocchio con il caro bolletta. Dopo la Confcommercio, che nei giorni scorsi ha invocato l’intervento del Prefetto ed ha partecipato anche a diverse riunioni che si sono svolte nei Comuni della provincia per tentare di trovare, in collaborazione con le amministrazioni comunali, possibili interventi di ristoro attraverso la riduzione dei tributi, scende in campo anche il Centro Consumatori Italia, il cui presidente regionale è l’agrigentino Fabrizio Raso. “Situazione esplosiva – dice – ogni giorno ci sono attività commerciali che abbassano le saracinesche, un mix di disagio economico e sociale che rischia di bloccare il vivere civile. Ho toccato con mano, girando la provincia, che tutti i commercianti sono “alla canna del gas”.

Le previsioni sono negative, penso che nel giro di un paio di mesi tante altre attività economiche saranno costrette a chiudere. Il consumatore paga le conseguenze di questa situazione che richiede azioni urgenti da parte del governo regionale e soprattutto di quello nazionale”.

Riguardo alle sollecitazioni rivolte ai Comuni, i primi interlocutori di operatori economici e cittadini, Raso non può nascondere che possono fare ben poco: “Molti sono in dissesto – dice – altri in pre dissesto. Possono fare poco, anche la riduzione dei tributi sarebbe un pannicello caldo che non potrà guarire un malato che è molto grave”. Il Centro Consumatori Italia propone di non equiparare il costo dell’energia elettrica al gas: “Dobbiamo troncare la speculazione in atto – conclude – l’Arera fino ad oggi ha perso tempo, il futuro è andare verso la democratizzazione dell’energia elettrica. Tutti i cittadini devono avere la possibilità di produrla. Se il 10 per cento dei capannoni dei produttori agricoli fossero dotati di impianti fotovoltaici, assolverebbero oltre l’80 per cento del fabbisogno siciliano”.

Il Centro Consumatori Italia in questi giorni sta proponendo di mantenere l’ora legale, un’operazione che farebbe acquisire 147 ore in più di luce solare per l’intero periodo. Tutto ciò produrrebbe risparmi sui consumi di energia.

Giuseppe Recca