CARNEVALE, VITO BONO: “CHIEDO SCUSA PER LE SCELTE SCELLERATE DI TUTTA LA CLASSE POLITICA LOCALE”

Il sindaco replica al consigliere comunale Silvio Caracappa e sfodera un attacco a 360 gradi

Il sindaco Vito Bono replica alle dichiarazioni rese alla stampa dal consigliere comunale Silvio Caracappa sul Carnevale. “Per cosa esattamente dovrebbe chiedere scusa il sindaco e l’Amministrazione comunale? Dovrebbe chiedere scusa per aver subito un taglio ai trasferimenti di 400 mila euro a bilancio ormai chiuso? Oppure chiedere scusa per aver trovato un bilancio con più di 3 milioni e mezzo di anticipazione di cassa? Oppure il consigliere Caracappa chiede le scuse dell’amministrazione per il pagamento delle spese legali per più di un milione di euro? Oppure dovrei chiedere scusa per aver trovato il viadotto Cansalamone dimenticato da oltre dieci anni? Preferisco chiedere scusa alla città e agli elettori per come la classe politica ha gestito in passato le risorse economiche della città scaricando sulle future generazioni le responsabilità di scelte scelleratissime e sbagliate che, oggi con la crisi economica strutturale che ha investito l’intera nazione, risultano fatali. Nell’attaccare l’Amministrazione comunale – conclude il sindaco Vito Bono –, il consigliere Caracappa dice che ‘perdere il carnevale è come perdere il festival di Sanremo o Miss Italia a Salsomaggiore’. Sono pienamente d’accordo. Vorrei però far notare che molti enti hanno tagliato o stanno tagliando grandi e storiche manifestazioni dal loro bilancio. Sono scelte obbligate, responsabili, dolorose e purtroppo anche impopolari. Ma necessarie. Il Comune di Salsomaggiore Terme proprio quest’anno, per problemi di soldi, dopo 40 anni ha rinunciato alla celebre finale del concorso Miss Italia. Ed è notizia di questi giorni che il Consiglio di Amministrazione della Rai ha deciso un taglio drastico al Festival di Sanremo. si parla di oltre 6 milioni di euro. Invece di continuare ad attaccare, bisognerebbe avere maggiore comprensione delle difficoltà contingenti, non usare toni che non sono adeguati a un momento così delicato e non seminare ulteriore allarme sociale”.

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