CARNEVALE, “UN CARRO AL GIORNO”. IN GIRO TRA I CARRISTI, OGGI: “LORO DI NAPOLI”

Quinta tappa del nostro itinerario. Riusciranno i nostri eroi nell’intento di stupire tutti? La domanda verrà presto esaudita. Le macchine artistiche sono perennemente in prova. I maestri d’arte non si lasciano scoraggiare. Il tempo basta per definire i particolari e plasmare i contorni. Vi presentiamo il quinto carro in gara: “Loro di Napoli”, realizzato dall’associazione “La nuova isola”.

Il responsabile dell’associazione è Luigi Intravaglia, autore dell’inno è Nicola Maietta, mentre autore delle musiche sono Pasquale, Michele e Bruno Sabella.

 

Il copione è stato scritto da Francesco Tortorici . Le coreografie sono curate da Roberto Giglio, i costumi da Massimo Biagio Napoli.

Il tema rende un tributo a due grandi città che per la prima volta sono vicine culturalmente ed ideologicamente. Sciacca e Napoli nel Carnevale 2014 si influenzano e si sostengono per volere dei nostri Amministratori.

Il titolo sarcasticamente nasconde due verità. Giocando con la parola “LORO” esso può esser inteso come “L’ORO” che rinvia all’intuizione della ricchezza economica della bella Napoli e al tesoro di San Gennaro; oppure a “LORO” inteso come pronome per mettere in risalto il supporto organizzativo di una ditta privata venuta a Sciacca ma originaria di Napoli.

Attraverso il carro, gli autori mirano a mettere in evidenza pregi e difetti, particolari ed usanze, debolezze e virtù in un’unica notte. La gente siciliana e quella partenopea collabora e si scopre simili più di quanto si pensa.

Il carro dà  un omaggio alle due tradizioni attraverso una rappresentazione a livello: in alto un ricordo di Napoli, raffigurante Totò nelle vesti del “pazzeriello”. E’ una figura antica molto in voga ed attuale che rimarca la  professione del venditore ambulante. Tratto da “Il Guappo” uno dei capolavori cinematografici del grande De Sica che tributa e rivela le caratteristiche della città. Totò e circondato dal tesoro del popolo, ovvero, l’oro di San Gennaro; nella parte bassa del carro vi è il nostro Carnevale, stilizzato nella figura dell’assessore Salvatore Monte, un tempo direttore artistico della stessa festa.

In occasione del ritorno del Carnevale, egli arriva in groppa ad un asino che metaforicamente è simbolo della squadra partenopea ma anche colui che porta il carico delle responsabilità. L’asino è l’animale che lavora pesantemente, ubbidisce, non lascia intravedere mai segno di stanchezza perché sa di poter esser sostituito. L’asino viene accostato sul carro al filosofo francese del XV secolo, il famoso Giovanni Buridano, autore dello scritto il “Paradosso dell’asino”.

Non decidendo se mangiare la paglia alla sua destra o quella alla sua sinistra l’asino preferisce morir di fame. Non sarà che siamo un po’ tutti condizionati dal paradosso dell’asino inconsapevolmete? Di certo, risulta difficile al popolo accettar le nuove idee e le diversità. Pur sapendo di potersi migliorare,preferisce restare ancorato alle vecchie tradizioni.

Il copione porterà in scena un episodio omologo alle notizie del girono. Protagonista assoluto sarà l’assessore Salvatore Monte che rappresenta e incarna la nostra Sciacca. Si scontra con la tanto onorata città per via di circostanze poco accettabili nel sociale. La Sciacca bassa è rappresentata da una giovane donna che vive in un mondo corrotto e deturpato. L’asino di certo sarà presente per portare il paragone dell’uomo d’oggi.  Indeciso il popolo italiano se scegliere l’indirizzo politico di destra,di sinistra o di centro,preferisce morir di fame come l’animale.

I costumi si divideranno tra le immagini tipiche delle due terre: da un lato il nostro Peppe Nappa e dall’altro il Pulcinella. I capogruppo saranno vestiti d’oro accompagnati dal pazzeriello napoletano.

Numerosi sono i maestri e i collaboratori d’arte,all’incirca 100. Il corpo di ballo è composto da 100 elementi.

Myriam Maglienti

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