Carmelo Pace, Agrigento Capitale della Cultura 2025: “Ad oggi solo ritardi, polemiche e clamorosi avvicendamenti nella Fondazione”

“Ritardi, polemiche e clamorosi avvicendamenti hanno condizionato il programma degli eventi e l’immagine della Sicilia agli occhi dell’Italia e del mondo“
AGRIGENTO- “Dai giorni che hanno preceduto l’inaugurazione di Capitale Italiana della Cultura 2025 ad oggi- dichiara l’on. Pace- la città di Agrigento ha fatto parlare di sé per ritardi, polemiche e clamorosi avvicendamenti che hanno condizionato, speriamo in modo non irreversibile, il programma degli eventi e l’immagine della Sicilia agli occhi dell’Italia e del mondo. Ciò’ nonostante per rispetto verso le istituzioni e a tutela della straordinaria vetrina culturale globale, da parte nostra, benché da sempre estranei all’azione amministrativa del Sindaco di Agrigento Miccichè, nell’ultimo anno e mezzo da parte nostra mai una dichiarazione polemica o di contrapposizione strumentale.” Nella stessa giornata di oggi anche il Cartello Sociale ha chiesto il commissariamento e l’intervento del ministro della Cultura (vedi articolo a parte). “Oggi- chiosa Pace- il Sindaco della città Capitale italiana della Cultura per l’anno 2025, nel momento politico e amministrativo più delicato dal giorno del suo insediamento, sembra condannato a una crisi inesorabile dagli stessi partiti di quella maggioranza che fino ad oggi lo ha sostenuto condividendone e indirizzandone le scelte”. Il deputato regionale e capogruppo DC all’Ars aggiunge: “Prendere le distanze oggi, nel tentativo di smarcarsi dal Sindaco scaricando esclusivamente su di lui i fallimenti di questi anni alla guida della città, è fin troppo comodo e fin troppo semplice. I partiti e, soprattutto, gli esponenti politici che lo hanno sostenuto fino ad oggi, tra i quali diversi parlamentari, si assumano le loro responsabilità fino in fondo”. “La Democrazia Cristiana – conclude Pace – era e resta, coerentemente, all’opposizione del sindaco Miccichè, della sua azione amministrativa e delle sue scelte politiche, rimpasti compresi. Ma riteniamo doveroso tutelare e difendere l’istituzione che il primo cittadino rappresenta. Lo stesso atteggiamento ci aspettiamo oggi dai suoi alleati, i veri artefici dei suoi fallimenti e dei disastri che sono sotto gli occhi di tutti”.