Editoriale di Filippo Cardinale

 

Cara Tiziana, quando ti cito nei miei articoli, mi piace parlare di te come “la pasionaria” quale sei stata, e continui ad esserlo nel tuo interno. Ma oggi la realtà politica è ben diversa da un quadro che ti ha vista impegnata anima e cuore. Era il tempo della “primavera palermitana” e con la Rete di Leoluca Orlando la politica ebbe una svolta che arrivò fino a Sciacca. Crollò un muro enorme e a palazzo di Città salì sullo scranno più alto Ignazio Messina. Dai banchi del Consiglio comunale ti toccò un ruolo difficile, quello di controbattere la vecchia guardia politica di allora. Eri in minoranza, eri una donna, eri giovane, eri “fuori dalla politica”, e come tale altri pensavano di spuntarla su di te, di metterti all’angolo. Ma non fu così. E tutti lo ricordiamo.

I tuoi interventi erano sostanziosi, lucidi, da vera combattente, da vera pasionaria. Da pasionaria perché credevi in un progetto di forte cambiamento, di cambiamento radicale. Ti trovavi in quel drammatico passaggio tra la prima e la seconda Repubblica. Solo che la prima morì, la seconda non crebbe mai. Quante volte, ultimamente, quando ci siamo incontrati per strada, hai fatto emergere le tue preoccupazioni per un Pd litigioso, pronto a spaccarsi, sempre più lontano dai deboli e sempre più vicino ai forti, annullando, così, quella linea di demarcazione tra destra e sinistra. E’ vero, oggi la politica è cambiata e fare questo tipo di distinzione è anacronistico.

Che stupidata! Oggi i pochi forti diventano sempre più forti e i tanti deboli diventano sempre più deboli. E la massa di deboli è lasciata al destino, erosa da tasse, tributi e tanti balzelli, giovani costretti ad espatriare, giovani senza speranza di un futuro nella propria terra. In questo contesto, allora, ti rendi conto di quanto inutili siano le parole della politica nazionale e regionale. Di quella politica che parla in astratto mentre la maggior parte della gente deve lottare per superare gli stenti quotidiani. E’ qui che vorrei che la pasionaria ritornasse, è qui che vorrei tu tracciassi solchi concreti. Ieri, in un’intervista televisiva, hai fatto riferimento ad un mio articolo che parlava di “duo” o “ticket” nell’attesa di eleggere il nuovo segretario cittadino.

Ti accorgerai, nelle prossime settimane, ti quanto difficile sia costruire all’interno del tuo partito un percorso che traguardi obiettivi di alto spessore. Ti renderai conto che gli attori di sempre calcheranno il palcoscenico per fare i protagonisti, per frenare le giovani idee, i giovani intendimenti. Ti renderai conto di quanto difficile sia oggi fare la pasionaria rispetto ad un mondo politico che girovaga con gli occhi bendati. Tu dici che è superficiale parlare di “duo” o “ticket”.

Vi apprestate a convocare un congresso cittadino per eleggere il nuovo segretario. Ti ricordi l’ultimo congresso del Pd saccense? Se il prossimo sarà la replica, cara Tiziana, sarà la prova provata che i “soliti giochi” sono duri a morire. Nelle prossime settimane suderete le classiche sette camicie per far quadrare i conti all’interno di un partito assai diviso, costellato di aree, litigiosissimo. Ti renderai conto, cara Tiziana, quanto sia dura la realtà e quanto da essa tu sia lontana. Nel senso che la politica attuale è priva di passione.

Hai detto che è prioritario che il partito costruisca un programma. E’ attorno al programma che sceglierete il prossimo segretario. In queste parole, in te, c’è ancora la pasionaria. Vedremo.

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