Capello “Calcio non è basket, un ex giocatore per aiutare Var”
ROMA (ITALPRESS) – Il rigore accordato ieri sera da Maresca al Milan per un presunto fallo di Ibrahimovic non ha fatto solo inviperire il tecnico della Roma Josè Mourinho ma non ha convinto nemmeno un doppio ex come Fabio Capello. “In Italia si arbitra in questa maniera – spiega l’ex ct di Inghilterra e Russia, 75 anni, ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su Rai RadioUno, analizzando il posticipo di ieri sera – Il calcio è anche contatto e dinamica, la mia proposta è sempre stata di mettere un ex giocatore vicino al Var per far capire la dinamica di quanto succede e poi discutere. Il calcio non è il basket, dove peraltro sono ammessi più contatti… Negli altri campionati internazionali questo non succede, in Italia invece continua a vedersi”. Per Capello, cambiare la direzione di gara porterebbe anche ad una diminuzione dei falli e a un maggior tempo effettivo: “C’è qualche arbitro che dirige in una certa maniera, che non fischia falletti e rigoretti. Capisce che cè un contatto, la lotta per la palla, e si va avanti: se fischi per ogni spinta, aumentano interruzioni e proteste. Meno fischi e meno ci sono proteste. Dipende dalla personalità dell’arbitro, che comprenda come il calcio sia un gioco di contatto, dopo un quarto d’ora i giocatori capiscono e non si buttano per terra, come invece successo ieri sera”. E, tornando al posticipo dell’Olimpico, Capello ammette che quella del Milan è stata “una vittoria meritata. La Roma, quando è riuscita ad andare avanti, è stata sufficientemente percolosa e sfortunata, il Milan però è più squadra e più convinta della propria forza, con un Ibra tornato protagonista nonostante avesse giocato poco”. A proposito dello svedese, che Capello allenò per primo in Italia alla Juventus: “Non mi sorprese sia arrivato a questi livelli. Quando arrivò alla Juve non sapeva calciare o calciava in una sola maniera. Grazie a Galbiati e ai miei suggerienti tecnici è migliorato, tanto che calcia anche le punizioni. La sua costanza mi ha fatto capire che sarebbe diventato un grande, doveva maturare come idea di quello che doveva fare sul campo”. Se il Milan ha Ibra, il Napoli ha Osimhen: “Mi piace molto, è importante ed ha forza e determinazione. Con una qualità discreta, fisicamente dà quella potenza di fuoco davanti che negli anni passati mancava. Il Milan però ha più personalità, qualità che ha anche l’Inter”. La Juventus invece, almeno in campionato, sembra avere difficoltà quasi insormontabili: “Avevo suggerito ad Allegri di non rientrare e gli avevo previsto che sarebbe stato l’ombrellone di tutti i guai. I giocatori non esprimono tutto il loro potenziale e si vede in campo. E di questo si dà la colpa all’allenatore, che è stato fermo per due anni. Non è una situazione facile da ribaltare”. Detto che un Mondiale ogni due anni gli sarebbe piaciuto egoisticamente da calciatore, Capello infine si sofferma su Mourinho: “E’ adattissimo a Roma, ha capito le difficoltà di una piazza che si esalta e si deprime molto facilmente”.
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