Canicattì, uccise il confinante di terreno. Carmelo Rubino condannato a 22 anni di carcere
CANICATTI’- La Corte di assise di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, ha condannato Carmelo Rubino, agricoltore pensionato di 71 anni, reo confesso del delitto del coetaneo Vincenzo Sciascia Cannizzaro, a ventidue anni di reclusione per l’accusa di omicidio volontario commesso per futili motivi. I giudici hanno escluso le aggravanti della premeditazione e della minorata difesa della vittima e concesso le attenuanti generiche.
Vincenzo Sciascia Cannizzaro, anche lui agricoltore, fu ucciso con due colpi di pistola al volto dopo. Una serie di litigi dovuti al diritto di passaggio su una strada interpoderale che portava ai loro terreni. Il fatto accadde il 27 settembre del 2019 nel terreno della vittima in contrada Calici, a Canicattì.
Per il pubblico ministero Paola Vetro l’imputato «andò deliberatamente con la sua auto nell’abitazione di campagna della vittima, mentre erano iniziati i lavori della vendemmia per ucciderla salvo poi allontanarsi». Una tesi che aveva portato alla richiesta di condanna all’ergastolo che è stata recepita solo in parte dai giudici che hanno escluso la premeditazione
I legali dell’imputato hanno provato a fare emergere la tesi della legittima difesa o che, quantomeno, l’imputato avesse agito dopo essere stato minacciato e provocato. L’ultimo testimone sentito, tuttavia, non aveva confermato la circostanza.
Rubino è stato condannato pure a risarcire i familiari di Sciascia Cannizzaro che si sono costituiti parte civile e rappresentati dall’avvocato Calogero Meli.