Buoni pasto per liberi professionisti? Si può fare!

Una serie di buoni pasto sul bancone di un bar oggi 4 dicembre 2010. L'Antitrust ha avviato un'istruttoria per verificare se l'acquisto della societa' Ristochef da parte di Edenred Italia, titolare dei marchi Ticket Restaurant e City Time, possa causare effetti restrittivi della concorrenza nel settore dei buoni pasto. Secondo l'Autorita' l'operazione potrebbe infatti determinare ''la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante, visto che la societa' gia' risulta il principale operatore di mercato, grazie a una crescita particolarmente sostenuta realizzata negli ultimi quattro anni''. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

I buoni pasto sono fringe benefit, cioè compensi in natura, che le aziende mettono a disposizione dei loro dipendenti senza intaccare il loro stipendio. I collaboratori hanno l’opportunità di selezionare il pasto preferito secondo le loro esigenze: si può optare per una tradizionale pizzeria, per un più esotico sushi restaurant o per una casereccia trattoria. La pausa pranzo diventa così una sosta davvero rigenerante, che consente di saziarsi e gustarsi un pranzo coi fiocchi per ripartire con una marcia in più.

É interessante sapere che i buoni pasto sono utilizzabili anche da liberi professionisti e ditte individuali, con o senza dipendenti. Come previsto dal Decreto Ministeriale dello Sviluppo Economico n. 122/2017 possono fruire di questi benefit anche agenti di commercio, lavoratori autonomi, liberi professionisti, ditte individuali, soci e amministratori.

I buoni pasto sono stati sdoganati in tantissimi ambiti lavorativi anche in virtù della loro flessibilità e duttilità. Si possono usare per ordinare cibo e farselo spedire a casa o in ufficio, o per fare la spesa nei supermercati oppure nei negozi online per prepararsi un pranzo gustoso con le proprie mani.

Anche i professionisti e le ditte individuali, con o senza dipendenti, possono richiedere i buoni pasto. Il discorso però è più complesso per chi opera in regime forfettario, dal momento che in tal caso non è possibile dedurre i costi. Ci sono comunque importanti vantaggi in termini pratici, ma per un maggior approfondimento sulla questione rimandiamo all’articolo che tratta più in dettaglio il funzionamento dei buoni pasto per liberi professionisti.

Le ditte individuali e i liberi professionisti senza dipendenti, che operano in regime ordinario, oltre a beneficiare dei vantaggi pratici di questo strumento possono ottenere un importante risparmio, poiché fruiscono delle deduzioni fiscali previste. Chi beneficia dei buoni pasto vede quindi aumentare il suo potere d’acquisto, in quanto sono strumenti deducibili e detraibili.

Per liberi professionisti, partite IVA e ditte individuali la deducibilità è uno dei principali vantaggi, in termini fiscali. L’acquisto del buono è deducibile dal 75% al 100%, percentuale che varia a seconda di chi lo richiede. Le ditte individuali senza dipendenti possono dedurre i buoni pasto fino al 75%; le ditte individuali e i professionisti con dipendenti invece possono dedurli fino al 100% entro determinate soglie di spesa.

C’è un altro importante aspetto da sottolineare: i buoni pasto, oltre ad essere deducibili, sono anche detraibili dall’IVA. Le ditte individuali e i liberi professionisti hanno la possibilità di detrarre completamente l’IVA dei buoni pasto acquistati che presentano l’imposta ridotta al 10%, mentre per le aziende l’aliquota si attesta al 4%.

Va sottolineato che i buoni pasto sono ormai accettati in tantissime attività ristorative, ma anche nei supermercati e nei siti web convenzionati, dando ai fruitori la libertà di godersi una pausa pranzo come e dove vogliono soddisfacendo i loro gusti gastronomici.