Bufera Girgenti Acque, dati falsi per avere contributi milionari dalla Regione
AGRIGENTO. Come un vaso di Pandora dall’inchiesta su Girgenti Acque e Hydortecne fuoriescono decine e decine di misfatti che sono stati radiografati dalla Procura della Repubblica di Sciacca e che hanno generato una mole enorme di lavoro investigativo coordinato dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella.
Ieri abbiamo scritto sulla depurazione delle acque reflue non effettuata, ma caricata in bolletta. Oggi scriviamo su “artifizi e raggiri consistiti nell’indicare nelle richieste di erogazione di contributi, per la tariffa del servizio idrico integrato, dati erronei o falsi, in modo – scrive la Procura di Agrigento – di incrementare indebitamente l’ammontare dei contributi, inducendo in errore i funzionari del dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti dell’assessorato all’Energia e dei Servizi di pubblica utilità della Regione ente deputato all’erogazione del contributo per la tariffa del servizio idrico integrato per garantire l’equilibrio economico gestionale del piano d’ambito per le province di Agrigento e Caltanissetta”.
La Regione per l’anno 2008, provvedeva all’erogazione di un contributo complessivo di 7.462.061 euro, “con un’eccedenza ingiustificata di 4.901.861 euro, così procurando alla Girgenti Acque – scrivono sempre i pm – un ingiusto profitto pari a 4.901.861 euro, con pari danno per la Regione Sicilia».
Per il 2009 il contributo erogato sarebbe stato di 6.095.480 euro, “con un’eccedenza ingiustificata di 3.535.280 euro, procurando alla Girgenti Acque – prosegue la ricostruzione che la Procura ha fatto nel provvedimento di fermo per 8 indagati – un ingiusto profitto pari a 3.535.280 euro, con pari danno per la Regione Sicilia”.
L’operazione della magistratura inquirente definita “Waterllo” lascia ogni giorno sul campo della stampa infinità di accadimenti che hanno richiesto 4 anni di indagine e che sommano 111 capi di imputazione a carico di 84 indagati, a vario titolo, ra l’associazione a delinquere, la truffa appunto, la corruzione e l’abuso di ufficio.
Un sistema, quello che ipotizza l’accusa, in cui Marco Campione, all’epoca presidente di Girgenti Acque, attraverso la distribuzione a di posti di lavoro, consulenze o anche regalie, avrebbe ottenuto l’asservimento di politici di tutti i livelli, pubblici funzionari, forze dell’ordine, professionisti e pure una parte della stampa anche se, nel provvedimento, in questa fase, si fa riferimento a un solo giornalista indagato.
Oltre a Campione, in carcere sono finiti: Pietro Arnone, amministratore unico di Hydortecne; Calogero Patti, 53 anni, dipendente di Girgenti Acque; Angelo Piero Cutaia, 51 anni, direttore amministrativo di Girgenti Acque; Gian Domenico Ponzo, 54 anni, dg di Girgenti Acque; Francesco Barrovecchio, 61 anni, responsabile tecnico Hydortecne; Calogero Sala, 61 anni, direttore tecnico e progettazione Girgenti Acque; Igino Della Volpe, 63 anni, membro del consiglio di amministrazione di Girgenti Acque.
Entro sabato pomeriggio il gip del tribunale dovrà pronunciarsi sulla richiesta di convalida del fermo disposto dal procuratore Luigi Patronaggio, dal suo vice Salvatore Vella e da un pool di sostituti.
Filippo Cardinale