Bono Vacanze ancora numeri positivi: “Da noi turisti fino ad ottobre, Sciacca non può chiudere l’estate ad agosto”
SCIACCA. Tempo di bilanci per Bono Vacanze, terzo gruppo turistico cittadino e oggi brand rinomato anche a livello provinciale grazie alla disponibilità di quasi 100 posti letto ed un’offerta di ristorazione di qualità.
“Siamo contenti – dicono gli amministratori Ezio e Annarita Bono, da sempre convinti che il turismo debba essere vero motore propulsivo del territorio – le prenotazioni di settembre, ottobre e novembre ci permetteranno di superare le presenze dello scorso anno e ci collocano tra le prime strutture del territorio provinciale”.
“Noi abbiamo tramutato in realtà la destagionalizzazione dell’offerta attraverso un ripensamento della proposta – dice Ezio Bono – il nostro progetto si è arricchito due anni fa di un’offerta enogastronomica e del benessere, quest’anno anche della mezza e della pensione completa e dell’autonoleggio. Ovvero più qualità nei servizi e redistribuzione dei flussi su periodi diversi. I nostri ospiti fino a ottobre e novembre sono soprattutto stranieri”.
“C’è un potenziale di crescita sul quale occorre avere il coraggio di investire – aggiungono i Bono – il nostro è anche un messaggio rivolto all’intero comparto economico cittadino, convinti che anche altri possono seguire il nostro esempio. Basta guardare a San Vito Lo Capo, che propone a settembre un grande evento senza pensare alla concomitanza con la scuola, per capire che questa è la strada giusta”.
“Dobbiamo dare messaggi positivi tutti – aggiungono – cittadini, operatori economici e autorità istituzionali. Una città come Sciacca non può “smontare” le tende a settembre dichiarando chiusa la stagione estiva. I servizi devono esserci tutto l’anno, soprattutto a settembre, ottobre e novembre. Già oggi dobbiamo programmare quella del 2024, pensando ad esempio che il prossimo anno Pasqua arriva a fine marzo e c’è la grande opportunità di avere flussi turistici in anticipo. Se vogliamo una crescita attraverso il turismo la città, a tutti i livelli, deve PROGRAMMARE e rivedere il proprio modo di pensare. La crescita – concludono – passa attraverso il miglioramento dell’accoglienza, della qualità dei servizi e della destagionalizzazione. E per fare questo la città deve essere unita”.