Bono e Milioti: “Sullo schema di statuto della consortile esigiamo chiarezza a tutela dei cittadini”

SCIACCA. I consiglieri comunali Bono e Milioti, in una lunga nota, precisano la loro posizione rispetto all’approvazione della proposta di delibera contenente lo schema di statuto della società consortile.

Per Bono e Milioti il sindaco non può “pretendere che su un argomento così delicato ed importante, il consigliere faccia lo yesman senza chiedere alcun chiarimento”. Per i due consiglieri, il sindaco tenta di “far passare il messaggio che alcuni consiglieri comunali non  vogliano assumersi le dovute responsabilità”.

“Non è affatto così- chiosano i due consiglieri,  perché a prescindere dalle appartenenze politiche riteniamo necessario, indispensabile ed importante, in qualità di consiglieri comunali, essere messi nelle condizioni di svolgere responsabilmente il nostro ruolo al fine di operare le scelte giuste,  a tutela in primis dei cittadini ed anche a tutela dell’ente”.

“Noi siamo per l’acqua pubblica”, aggiungono e “il fatto che ogni consigliere comunale, così come  è successo nell’ultima seduta di consiglio comunale faccia una sfilza interminabile di richieste di chiarimenti, ai quali non è stata data una risposta chiara, ha creato grosse perplessità non solo tra i consiglieri di opposizione di centro destra  ma anche tra diversi consiglieri di  maggioranza”.

Intanto, continuano i due consiglieri, “bisogna sapere se il Comune ha destinato somme in bilancio per tale costituzione”. I due sostengono che non c’è somma destinata avendo avuto conferma dal direttore di ragioneria.

Inoltre, Bono e Milioti vogliono sapere con certezza, “se gli  obblighi per gli enti locali, in sede di costituzione di una società o di acquisizione di una partecipazione societaria, prevedono che  l’atto deliberativo di costituzione della società o di acquisto di partecipazioni devono dare conto delle ragioni e le finalità che giustificano la scelta, anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria , motivandone  la compatibilità della scelta con i principi di efficienza, efficacia e economicità, cosi  come previsto dall’art.5 del testo unico delle società partecipate”.

Lo schema di statuto presentato in Consiglio comunale “non è supportato da un  piano finanziario”, al contrario di quanto “accadde con il Piano Aro”.

Pongono un punto di domanda: “Un consigliere comunale oggi è nelle condizioni di stabilire, per esempio, come verranno formate le tariffe e quanto in linea di massima graveranno sulle tasche dei cittadini? Oggi, chi è nelle condizioni di stabilire i principi di efficienza?”

“Noi consiglieri comunali con il semplice schema di statuto sottoposto all’approvazione non siamo nelle condizioni di dare queste risposte ” e chiosano che “il nostro atteggiamento non è da   irresponsabili. Anzi, pensiamo sia da irresponsabili approvare un atto non sapendo dove si andrà a parare. Noi non ci stiamo e si vuole fare l’interesse dei cittadini, rendiamoli sin d’ora edotti di cosa li aspetta in maniera chiara e trasparente”, concludono.