Blitz antimafia: i nomi dei destinatari delle misure cautelari

All’alba di oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, con il supporto dei colleghi del Comando Provinciale di Caltanissetta, del Comando Provinciale di Reggio Calabria, dello Squadrone eliportato Cacciatori “Sicilia”, del Nucleo Carabinieri Cinofili di Nicolosi, del 9° Nucleo Elicotteri di Palermo e delle Squadre Operative di Supporto del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”, a Burgio, Lucca Sicula, Villafranca Sicula, Mazzarino e Marina di Gioiosa Jonica in Calabria, hanno dato esecuzione a un provvedimento di Ordinanza Cautelare, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia -, nei confronti di 7 indagati (4 in carcere, 2 ai domiciliari e 1 obbligo di dimora), gravemente indiziati, a vario titolo, di far parte dell’associazione mafiosa denominata “cosa nostra” e, in particolare, del mandamento mafioso di Lucca Sicula e Ribera.

Contestualmente sono state eseguite varie perquisizioni personali e locali nei confronti di ulteriori soggetti indagati nel medesimo procedimento penale.

Gli arrestati:

Giovanni Derelitto, 74 anni, di Burgio (misura cautelare in carcere);

Salvatore Imbornone, 60 anni di Lucca Sicula (misura cautelare in carcere);

Francesco Caramazza, 50 anni di Favara (misura cautelare in carcere);

Antonino Perricone, 53 anni di Villafranca Sicula (misura cautelare in carcere);

Alberto Provenzano, 59 anni, di Burgio (misura cautelare in carcere);

Giuseppe Maurello, 54 anni di Lucca Sicula (misura cautelare degli arresti domiciliari – Il Gip riqualificava i fatti che lo vedono coinvolto in concorso esterno in associazione mafiosa;

Gabriele Mirabella, 38 anni, di Lucca Sicula (misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza).

L’attività investigativa, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Agrigento, con l’ausilio di attività tecniche, nel periodo compreso tra aprile 2021 e luglio 2023, trae origine dalle indagini avviate successivamente all’omicidio di Corvo Vincenzo avvenuto nel mese di aprile 2020 e per il quale non sono stati ancora individuati gli esecutori materiali.

Tuttavia, la suddetta attività avrebbe consentito di evidenziare la piena operatività dell’associazione, documentando numerose riunioni finalizzate ad acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti, intervenendo sulle amministrazioni locali.

In particolare, nel corso delle riunioni, Salvatore Imbornone, di anni 60 anni, di Lucca Sicula, ritenuto essere il reggente del mandamento mafioso di Lucca Sicula e Ribera, avrebbe impartito agli altri indagati direttive per realizzare l’acquisizione della gestione o comunque del controllo delle attività economiche imprenditoriali e degli appalti pubblici; il rafforzamento del prestigio e delle capacità criminali della cosca attraverso il consolidamento dei rapporti con esponenti di altre provincie mafiose, in particolare con esponenti di rilievo di “cosa nostra” di Palermo competenti, per ragioni di territorio, a intervenire per la risoluzione di una controversia che interessava Giovanni Derelitto, 50 anni, di Burgio, ritenuto essere a capo della locale famiglia mafiosa; l’infiltrazione nelle istituzioni attraverso contatti con compiacenti esponenti delle amministrazioni locali.

Per quanto attiene al controllo sulle dinamiche imprenditoriali relative agli appalti pubblici, sarebbe stata documentata l’ingerenza della consorteria mafiosa in merito principalmente al completamento della rete fognaria di Ribera affidata ad una ditta di Favara con il coinvolgimento di Francesco Caramazza, di 50 anni, residente a Favara e ritenuto essere un esponente della locale famiglia mafiosa.

Inoltre, sarebbero state documentate ingerenze anche in merito ai lavori di manutenzione della SP 32, ai lavori urgenti sulla strada di collegamento Bivio Imperatore – Ponte Pedano e ai lavori lungo il tratto stradale della SP 47, localizzati nei territori di Villafranca Sicula, Ribera, Lucca Sicula e Burgio.