BLITZ ANTIMAFIA DEI CARABINIERI. NEL MIRINO IL MANDAMENTO DI SAMBUCA DI SICILIA
Sei gli arresti a Sambuca di Sicilia, uno a Burgio
Blitz antimafia dei carabinieri che hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo – Maria Pino, su richiesta della locale Procura Distrettuale diretta da Lo Voi.
A finire nella rete del blitz 7 soggetti accusati a vario titolo del delitto di partecipazione ad associazione mafiosa.
Le indagini sono coordinate dal Proc. Agg. Maurizio Scalia, e dai sost. Procratori Rita FUlatentelli, Emanuele Rravaglioli e Claudio Camilleri. Sono state state avviate nel maggio del 2009 ed hanno portato all’arresto di:
Giuseppe Genova inteso “Salvatore”, classe 65, di Burgio, ritenuto il capo della locale famiglia mafiosa;
Andrea La Puma, classe 47, di Sambuca di Sicilia, uomo di fiducia di SUTERA Leo;
Salvatore La Puma, classe 75, di Sambuca di Sicilia, figlio di Adrea;
Gaspare Ciaccio, classe 84, di Sambuca di Sicilia;
Vincenzo Buscemi, classe 52, di Sambuca di Sicilia ;
Massimo tarantino, classe 71, di Sambuca di Sicilia, in atto detenuto per altra causa;
Luigi Alberto La Sala, classe 84, di Sambuca di Sicilia.
L’operazione è frutto di una manovra investigativa sviluppata nel tempo dal ROS e dal C.do Provinciale di Agrigento in direzione del mandamento di Sambuca di Sicilia (AG) e del suo principale esponente Leo Sutera detto “il professore” ritenuto nel periodo 2010 – 2012 il capo della provincia di Agrigento e, pertanto, in contatto con i vertici delle province di Trapani e Palermo. Il Sutera, infatti, veniva arrestato nel giugno 2012 e condannato a 4 anni di reclusione per associazione mafiosa.
Nell’ambito di questo contesto sarebbero stati documentati una serie di riservati incontri tra il citato Boss con esponenti mafiosi delle province di Agrigento e Palermo nelle campagne di Sambuca di Sicilia.
Il livello dei personaggi interessati e le modalità di svolgimento degli incontri hanno fatto comprendere come gli incontri fossero funzionali alla pianificazione di comuni strategie criminali di portata ultra provinciale.
Le riunioni avevano luogo nella campagne di Sambuca di Sicilia ed erano caratterizzate da rigidi protocolli di sicurezza tesi a sviare eventuali attività di controllo investigativo. Infatti, gli incontri non avvenivano mai nello stesso luogo ma sempre in punti differenti, mai all’interno di fabbricati e, come ulteriore esasperata forma di prudenza, sempre in movimento, nel senso che i partecipanti erano soliti camminare per i campi allo scopo di neutralizzare l’eventuale presenza di microspie.
In tale ambito, il Sutera si avvaleva di un collaudato e fedele circuito di favoreggiatori incaricato di procedere ai sopralluoghi dell’area scelta per gli incontri, costituire una cintura di sicurezza della zona e prelevare i partecipanti in luoghi convenuti per poi portarli al cospetto del capo mafia.
Ne è conseguito uno sforzo investigativo di notevole portata ha consentito di documentare gli incontri del Sutera con: Salvatore Genova, ritenuto capo della famiglia di Burgio e principale collaboratore di Sutera; con Cosimo Michele Sciarabba, uomo d’onore della famiglia di Misilmeri, figlio del più noto Salvatore (già reggente della famiglia di Misilmeri e del mandamento di Belmonte Mezzagno-Misilmeri dopo l’arresto del capo mandamento SPERA Benedetto); Gaetano Maranzano, uomo d’onore della famiglia di Palermo – Cruillas.
Questi ultimi due venivano tratti in arresto nel giugno 2013 perché ritenuti esponenti di spicco dei citati mandamenti mafiosi, tanto da essere presenti alla nota riunione dei capi mandamento di Palermo il 7 febbraio 2011 all’interno del ristorante Villa Pensabene.
Il supporto logistico era garantito da Andrea e Salvatore La PUMA agricoltori di Sambuca di Sicilia e strettamente legati a Sutera, nonché dagli altri sodali Gaspare Ciaccio , Vincenzo Buscemi , Massimo Tarantino, Luigi La Sala, tutti di Sambuca di Sicilia e cooptati dal capo mafia per l’organizzazione delle riunioni.
L’indagine ha documentato come gli indagati si avvalessero del consueto e sperimentato metodo dei “pizzini” per comunicare tra loro, evidenziando, inoltre, la possibile esistenza di un canale di collegamento tra Sutera ed il latitante Matteo Messina Denaro.