Bivona: “Strategia amministrazione Termine è capitalistica: penalizza fasce deboli e agevola i privati”
SCIACCA. Il consigliere comunale Ignazio Bivona ha fortemente criticato ieri sera in aula il sindaco Fabio Termine per quanto riguarda l’organizzazione del carnevale di Sciacca a maggio. Bivona non ha gradito i riferimenti al fatto che i consiglieri comunali di esperienza non dovrebbero usare la manifestazione per critiche politiche, ma ha sviluppato una clamorosa accusa sostenendo che l’amministrazione starebbe agevolando il business di privati.
“Termine dimentica che in campagna elettorale cercava di ridicolizzare chi aveva amministrato in passato – ha detto Bivona – io non ho capito perchè a febbraio non si è fatta la festa. Sulla sicurezza il Comune non ha fatto nulla visto che nell’atto di indirizzo fa assumere ai carristi tutta la responsabilità su ciò che potrà accadere. L’amministrazione sulla sicurezza ha scaricato la responsabilità ad altri e nell’atto ha scritto che il Comune di Sciacca non è organizzatore”.
Sui costi limitati a cui ha fatto riferimento Termine, Bivona ha detto che il ticket ha cambiato la storia ed ha stravolto la manifestazione, oggi ben diversa rispetto al passato.
Rispetto alla manifestazione di febbraio, alle tre serate proposte in piazza Scandaliato e costate al Comune 8 mila euro, Bivona ha sottolineato come per Sciacca questo evento sarebbe stato mortificante: “Sembrava un diciottesimo compleanno – ha detto – il carnevale più antico della Sicilia non può essere scavalcato da Montevago. Lo stesso è accaduto a Natale. Bisogna poi dire – e qui l’accusa è pesantissima – che avete fatto una scelta capitalistica sulla gestione delle feste. All’amministrazione Termine non interessa nulla aiutare le fasce sociali più deboli. L’ultimo dell’anno -ha detto il consigliere di opposizione, in piazza non c’è stata nessuna festa come in tutte le altre città, facendo in modo che i privati organizzassero feste dove si pagavano tanti soldi. Molti ragazzi non se la sono potuti permettere – ha concluso – e dopo il 31 dicembre lo stesso è accaduto a febbraio, poco o niente in piazza e gli stessi privati che organizzano eventi a pagamento. Non è stato un caso, questa secondo me è una strategia ben precisa”.
Giuseppe Recca