BIODIGESTORE, SUL PARERE DELL’UTA EMERGONO ZONE D’OMBRA

“Quello che preoccupa di più di questa missiva è il fatto che l’U.T.A. continua a non esprimersi sulle due autorizzazioni ambientali rilasciate che sono quelle su cui i comitati hanno riscontrato le maggiori criticità”. E’ la prima osservazione che ci trasmette l’ignegnere Mario Di Giovanna, tecnico nominato dal Comitato Scunchipani insieme all’avvocato Leonardo Palagonia, quest’ultimo per l’aspetto legale.

Ma quali sono le criticità rimaste irrisolte nel parere dell’UTA?  La presenza del reattore Synags, le anomalie sulle quantità lavorate e sul gas prodotto, i sistemi di smaltimento dei fumi, la sostenibilità e fattibilità del processo industriale, la compatibilità con l’ambiente circostante.

Occorre sottolineare- continua Di Giovanna- il fatto che l’U.T.A, cioè l’ufficio pubblico che avrebbe dovuto studiare ed esprimersi sugli aspetti critici di cui sopra, con particolare riferimento alla prima Autorizzazione Ambientale, quella su cui i comitati hanno riscontrato maggiori criticità, pur essendo competente non si è mai espressa formandosi il parere positivo attraverso l’istituto giuridico del silenzio assenso”.

Non si tratta di un fatto banale poiché la vicenda riguarda un “complesso impianto industriale con emissioni in atmosfera”, e sulla questione Di Giovanna si sarebbe aspettata ” una dettagliata istruttoria da parte degli uffici preposti, non certo il silenzio assenso”.

Per l’ingegnere Di Giovanna, inoltre, l’ultimo parere  dell’U.T.A. ” non entrando nel merito delle prime A.U.A. sembrerebbe limitare il riesame ad un aspetto tutto sommato marginale dell’impianto richiedendo infatti la nuova procedura ambientale solo per il nuovo punto di emissione ( emissioni relative al nuovo processo di compostaggio) e non per il resto dell’impianto (Caldaia, essiccatore, Syngas)”.

Per Di Giovanna, ai fini delle criticità riscontrate dai comitati “il parere dell’U.T.A. è irrilevante”. E allora un dubbio sale spontaneo: “perché la risposta dell’U.T.A. si concentri esclusivamente su un aspetto dell’autorizzazione, l’unico tra l’altro che ha una rilevanza marginale ai fini dell’impatto ambientale, e non spenda una parola sulle due autorizzazioni ambientali, a mio avviso vero cuore della questione, e su cui l’ufficio, almeno per la prima non si è mai espresso o meglio si è espresso col silenzio assenso?” rimarca Di Giovanna.

Poi, una serie di domamde alle quali bisogna il Comune è giusto che dia risposte ai cittadini e al Comitato.

“Sono state poste le domande giuste tramite il Libero Consorzio di Agrigento all’U.T.A,? O l’amministrazione di Sciacca tramite i suoi uffici si è limitato a richiedere un parere solo sull’ultima e marginale procedura, la P.A.S.? E se la risposta è affermativa perché non è stato chiesto il riesame delle due autorizzazioni ambientali? Sono mai state trasmesse all’U.T.A. le relazioni tecniche prodotte per conto del comitato dall’Avvocato Palagonia e dal sottoscritto che prendono in esame sopratutto le due A.U.A.? O è stata trasmessa solo la relazione della professoressa Livreri che si sviluppa prendendo in esame quasi esclusivamente l’impianto descritto in P.A.S.?”

Infine, Di Giovanna è convinto che ” occorrerà fare chiarezza nei prossimi giorni su tutti questi aspetti, purtroppo con la terribile sensazione di avere perso altro tempo prezioso”.

Un passaggio, però, ci appare abbia celerità di verifica. Nel parere dell’UTA c’è anche una condizione per richiedere una valutazione ambientale: la non esistenza nel giro di 1 km dalla sede della Kronion di altro impianto fotovoltaico. Ebbene, in prossimità, molti anni fa, è stato realizzato un grosso impianto fotovoltaico. Ebbene, il Comune proceda subito alla verifica effettiva della distanza. Potrebbe essere un ulteriore elemento a suffragio della necessità di un autorizzazione che vada oltre quella semplificata.

Filippo Cardinale