BANCA CORDONE OMBELICALE ACCREDITATA DAL MINISTERO DELLA SALUTE

Il riconoscimento giunge al termine di un lungo e difficile percorso

I pazienti di tutto il mondo affetti da leucemia o da altre patologie oncoematologiche curabili con le tecniche del trapianto potranno, da oggi, contare anche sulle preziose unità di sangue custodite presso la Banca del cordone ombelicale di Sciacca.

Dopo un complesso iter di accreditamento, protrattosi alcuni anni, la “banca” saccense del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II”, diretta dal dottor Filippo Buscemi, ha infatti ottenuto il parere di conformità da parte del Centro nazionale sangue e trapianti del Ministero della Salute.

Il riconoscimento giunge al termine di lunghi sforzi per assicurare la piena rispondenza agli standard nazionali ed internazionali della struttura saccense e dei protocolli operativi in atto. La certificazione di qualità delle sacche ematiche conservate a Sciacca, oltre ad assicurare l’efficienza dei sistemi di conservazione negli anni, consente l’esposizione delle singole unità nel registro “Italian Bone Marrow Donor Registry” (IBMDR) attraverso il quale le strutture sanitarie di tutto il mondo potranno rintracciare la compatibilità con i propri pazienti e farne richiesta.

La banca cordonale ombelicale di Sciacca, così come tutte banche cordonali in Italia, conserva le cellule staminali già commissionate verso il sistema ematopoietico e destinate alla rigenerazione dei globuli bianchi, rossi, e delle piastrine. Si tratta di un formidabile strumento che, non a caso, viene spesso indicato in gergo medico “tecnica rescue” i quanto si presenta come un vero e proprio meccanismo di salvataggio attraverso cui ripopolare, in una ventina di giorni, il midollo osseo.  

“Con il risultato conseguito – afferma il Direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Silvio Lo Bosco – si conferisce massima dignità ad una struttura che, peraltro, sta già intraprendendo la strada della piena qualificazione scientifica proponendosi come biobanca di ricerca in quanto ha già avuto, lungo questa direzione, riconoscimenti sia in ambito universitario che comunitario”.

Nella foto Lo Bosco, Ficarra e Buscemi

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