BANCA CORDONE OMBELICALE: “A CHIEDERE SCUSA ALLE MAMME, AI SICILIANI E A SCIACCA DEVE ESSERE L’ONOREVOLE DIGIACOMO”

Editoriale di Filippo Cardinale

La gattina frettolosa fa i gattini ciechi. Le frettolose dichiarazioni di politici che ignorano la materia scientifica rende gli stessi utilizzatori di strumentalizzazioni per meri fini politici. Quanto ha dichiarato il presidente della Commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana, il parlamentare Giuseppe Digiacomo, di Comiso e del Partito Democratico, non solo denota ignoranza in materia di raccolta e conservazione di sacche contenente sangue placentare, ma ha gettato discredito alla banca del cordone ombelicale di Sciacca.

La Banca del cordone ombelicale di Sciacca, con i dottori Lillo Ciaccio e Michela Gesù (il primo ematologo e la seconda biologa), è stata sottoposta a indagini della magistratura e a due processi. Il primo processo ha riguardato la raccolta dei cordoni ombelicali, la tipizzazione e la conservazione delle sacche contenente sangue ombelicale. Il secondo, truffa e turbativa d’asta. Ambedue i processi si sono conclusi con l’assoluzione con formula piena di Ciaccio e Gesù. Assoluzione chiesta anche dalla pubblica accusa.

Dunque, non ci sono stati ricorsi in appello da parte della magistratura inquirente. Questo è significativo. Anche la magistratura contabile, cioè la Corte dei Conti, ha archiviato l’ipotesi di danno erariale. Dunque, la banca del cordone ombelicale di Sciacca è stata sottoposta a giudizio. Il processo giudiziario serve a fare chiarezza sulle ipotesi di reato. Vi è la magistratura inquirente, vi è la difesa, vi è una terza parte, quella giudicante, il Tribunale. Questa è la parte a cui spetta di valutare i fatti, le carte, le testimonianze. Questa è la parte a cui spetta emettere la sentenza. Le sentenze del Tribunale di Sciacca sono state in ambedue i casi assolutorie con formula piena.

Finite le fasi processuali, attraverso le quali la magistratura giudicante ha stabilito che l’ematologo Lillo Ciaccio e la biologa Michela Gesù non hanno commesso truffa, non hanno esercitato una turbativa d’asta, e hanno effettuato la raccolta dei cordoni ombelicali e la conservazione della sacche di sangue ombelicale in maniera corretta e secondo gli standard in vigore in quel momento, comincia, immediatamente, la strategia distruttiva e diffamatoria da parte di un parlamentare regionale.

Questa fase è la più pericolosa, la più difficile, perché non pondera fatti, documenti e testimonianze, ma si avvale sull’effetto d’annuncio. E’ la fase in cui dal campo tecnico si passa al campo politico. Si entra nel perimetro in cui gli obiettivi sono ben altri rispetto alla realtà. In questo campo l’arte dell’impossibile diventa possibile, anche utilizzando frasi ad effetto ed illazioni senza controllo. La strategia è screditare, gettare fango. Tentativo risuscito quello dell’onorevole Digiacomo. Il missile è stato lanciato, raccolto a dovere e fatto esplodere senza nessun filtro e controllo del fondamento delle dichiarazioni del parlamentare.

Da qualche tempo fa parte di un certo disegno politico. Questa parte del territorio, la nostra Sciacca, politicamente è vulnerabile. La Banca del cordone ombelicale fa gola a parecchi, anche nel settore privato. La Banca va tolta a Sciacca, va dirottata altrove, magari nel palermitano, magari nel ragusano. A seconda della forza politica. Ma siccome le bugie hanno le gambe corte, quelle dell’onorevole Digiacomo appaiono ancora più corte.

Perché? Affrontiamo la questione a beneficio anche di chi ha scritto articoli standosene comodamente seduto dietro la scrivania a parecchi chilometri distante dalla realtà saccense.

Ottobre 2005. Avviene il blitz alla Banca del cordone ombelicale. Sul luogo giunge, da perito della pubblica accusa, il Prof. Rebulla, un illustre medico che opera nella Banca del cordone ombelicale di Milano. Da questo momento, Ciaccio e Gesù, sono allontanati dalla struttura.

2007 vengono pubblicate le nuove normative sulla definizione della qualita’ e sicurezza della donazione e dell’uso di tessuti e cellule

2008 vengono pubblicate le normative specifiche sugli standard di qualita’ del sangue cordonale e nasce la rete delle banche. Gli organi competenti (Centro Nazionale Sangue e Centro Nazionale Trapianti) svolgono ispezioni. Da parte della dottoressa Pupella non viene evidenziato che ci sono sacche di sangue non utilizzabili.

2010 Gli organi competenti cambiano rotta e affermano che alcune delle sacche non idonee al trapianto devono essere distrutte. Durante questo percorso si sono avvicendati, scelti dagli organi competenti, vari consulenti,illustri conoscitori dei trapianti. Il loro parere in tal senso quale e’ stato?

2010 In quest’anno, con una circolare europea, cambia la regolamentazione per le banche del cordone ombelicale e vengono immessi nuovi standard. Dunque c’è uno spaccato temporale tra standard precedenti e quelli immessi nel 2008 dalla Comunità europea.

E’ tutto da distruggere quello che si è fatto precedentemente questo limite temporale? O può essere adeguato? E’ questo l’interrogativo che il parlamentare Digiacomo deve porsi e approfondire con l’ausilio di affermati competenti. Intanto è bene che sappia, l’onorevole Digiacomo, che le altre banche del cordone, in maniera proporzionale ai numeri delle sacche conservate, si trovano nella stessa condizione di quella saccense.

Distruggiamo tutte le sacche? Oppure possono essere utilizzate? Sappia l’onorevole Digiacomo che le sacche non idonee al trapianto midollare si possono utilizzare come materiale di ricerca, ad esempio, per diagnosticare e studiare malattie rare non ancora ben note nel nostro territorio perché contengono materiale biologico importantissimo idoneo a studiare e a curare altre gravi patologie. 

Dunque, le mamme siciliane che hanno donato il cordone ombelicale, che normalmente va buttato tra i rifiuti speciali, non sono state “prese in giro da impostori”.

Del resto, l’onorevole Digiacomo sconosce che sul modulo sottoscritto dalle mamme prima della donazione è specificato l’uso: “per trapianto midollare o per la ricerca scientifica, in modo particolare in caso di non idoneita’ al trapianto”.

Altra considerazione per l’onorevole Digiacomo. Perché i dottori Rebulla e Pupella, e i vari consulenti che si sono alternati, non hanno disposto subito la distruzione delle sacche se fossero davvero state inutilizzabili anziché conservarle per altri 8 anni con conseguente spesa gestionale?

Altra considerazione per il deputato comisano. Sa, onorevole, che subito dopo il sequestro delle sacche da parte dell’autorità giudiziaria, la dirigenza dell’allora azienda ospedaliera impartì l’ordine di cancellare le unità di sangue cordonale dal registro internazionale in modo tale che nessuno poteva fare richiesta? Tenga bene gli occhi aperti, onorevole. Siamo nel 2005 e Ciaccio e Gesù operano strettamente seguendo gli standard internazionali in vigore. Sa onorevole che agevano gia’ permesso il trapianto a 22 pazienti distribuiti in tutte le parti del mondo?

Pazienti che oggi sicuramente ringraziano la caparbieta’ e professionalita’ dei due professionisti? Mi prendo il lusso, onorevole, di andare oltre per offrire alla sua attenzione ciò che serve per ridurre il suo recipiente di lacune che hanno generato la sua dichiarazione infamante e incosciente.

Lei ha detto che la Banca del cordone ombelicale di Sciacca ha conservato 20.000 sacche mentre in Lombardia sono 8.000; la vergogna, onorevole, non è questa, perché ha una spiegazione scientifica. La vergogna, onorevole, è che la Sicilia ha 20.000 dipendenti regionali (al netto dei precari, forestali, etc) contro i 5.000 della Lombardia.

Veda, onorevole, il numero di 20.000 sacche ha un preciso fondamento che risiede nel scarso numero di donatori midollari. Sa quanti sono in Sicilia? 10.000; sa quanti sono in Lombardia? 80.000; sa quanti sono in Emilia Romagna? 60.000; vede la differenza, onorevole? Ancora no, ne sono certo. E le offro ancora più chiarezza.

La Sicilia è una popolazione eterogenea dal punto di vista delle caratteristiche genetiche. Sa quale è stato l’obiettivo della Banca del cordone ombelicale di Sciacca? Glielo spiego. Non solo di ampliare le possibilità di salvezza dei malati in campo internazionale, ma quello di garantire a tutti i siciliani la probabilità di trovare tra le 20.000 sacche le cellule staminali compatibili. E rispetto al numero della popolazione e a parametri rigorosamente scientifici, il numero di 20.000 sacche tipizzate è quello che offre la garanzia più estesa e la probabilità più alta. E’ il numero che consente di trovare la più alta probabilità di cordone ombelicale compatibile.

Questa è la Banca del cordone ombelicale di Sciacca, onorevole. E tutto questo fino al 2008, prima che una circolare europea indicasse i nuovi standard. Dunque, se le 20.000 sacche con i nuovi standard devono essere adeguate non è colpa di “impostori” da lei citati in modo anonimo, sparando, così facendo, nel mucchio, e gettando il bambino con l’acqua sporca. E quando sono entrati in vigore i nuovi standard, la raccolta è stata sospesa, appunto per comprendere le nuove regole e i nuovi parametri di cellule che ogni sacca deve contenere.

Ma il cuore grande delle mamme siciliane, onorevole Digiacomo, non è stato circuito. No, onorevole, quelle sacche servono anche per capire come combattere combattere altre gravi patologie con la ricerca scientifica. Sarebbe opportuno, onorevole, che la politica espletasse bene il proprio compito, cosa di cui dubito fortemente, specie quando da essa provengono esempi di assoluta inadeguatezza.

Dal 2011 la banca è impegnata nell’adeguamento strutturale e organizzativo ed è riuscita a raccogliere e conservare le unità di sangue cordonale secondo gli standard internazionali.

Legga, onorevole, quanto dichiarato in sede di Commissione dal dottore Attilio Mele sulla base di quanto osservato durante la recentissima ispezione alla Banca del cordone ombelicale da parte del Centro Nazionale Sangue e Centro Nazionale Trapianti. Le sacche con criticità , sotto valutazione, sono, come gia’ specificato, quelle raccolte nel periodo precedente prima dell’entrata in vigore dei nuovi standard previsti dalla circolare europea.

Nulla è perso, onorevole. L’unica cosa persa è la reputazione della Banca del cordone ombelicale tramite dichiarazioni infondate sfuggite al controllo della conoscenza e scienza.

E’ la bieca classe politica che deve chiedere scusa non solo alle mamme siciliane, per l’allarme procurato, ma a tutti i siciliani, se non altro per le condizioni miserevoli in cui la nostra Isola è stata condotta. Riconoscere i propri errori è un atto di intelligenza. Lo faccia, onorevole. La Banca del cordone ombelicale di Sciacca va tutelata, valorizzata. E mi creda, è sulla buona strada. Di certo non ha bisogno di discredito per futili lotte politiche o per guadagnare un po’ di visibilità.

Né stima, né affetto, onorevole, ma solo l’auspicio che possa, lei, fare il meno danno possibile alla nostra Sciacca.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca