BADIA GRANDE, RISCHIO CHIUSURA COMPLESSO. LETTERA AL SINDACO

Una lettera inviata al sindaco Francesca Valenti da parte di Michele Alba, Rossella Archetti, Calogero Bono, Anna Collica, Luigi Dimino, Giuseppe Grisafi, Giuseppe Milioti, Accursio Soldano, sulla vicenda che riguarda il complesso monumentale Badia Grande, dove sorge la chiesa e una scuola per l’infanzia.

Questa lalettera inviata.

Nel mese di Gennaio, durante un incontro al Comune, Suor Gabriella Ruggieri, madre generale dell’istituto delle Figlie della Misericordia e dalla Croce le ha comunicato di non avere più suore disponibili per gestire il complesso monumentale Badia Grande nella parte dove sorge una chiesa e una scuola per l’infanzia.
Si profila dunque la chiusura dello storico edificio fondato nel 1380 da Guglielmo Peralta conte di Caltabellotta e della scuola istituita nel lontano 1942. La decisione, come Lei saprà, è stata già comunicata ai genitori delle famiglie che hanno bambini piccoli che frequentano la scuola per l’infanzia.

Fermo restando che è auspicabile per tutta la città e in particolar modo per i bambini, che le suore continuino il loro egregio lavoro di educazione, non ci risulta, allo stato attuale, nessuna azione intrapresa da questa amministrazione sull’uso futuro dei locali (che lo ricordiamo sono di proprietà comunale) nel caso in cui, a fine anno scolastico, la decisione dovesse essere messa in pratica.
Inutile qui sottolineare la valenza storica, culturale e artistica dei locali della Badia Grande che rischiano la chiusura e, come accade spesso in questa città, il degrado.

Per scongiurare questa evenienza, crediamo che sarebbe oltremodo opportuno iniziare una interlocuzione non solo con le forze politiche, ma anche con le associazioni culturali presenti in città al fine di individuare quale potrebbe essere l’uso più idoneo.

Si vuole istituire un asilo comunale? Si è pensato ad un centro di aggregazione per giovani o magari utilizzare gli ampi locali ed adibirle a sale espositive dove allocare una serie di opere che allo stato attuale non sono valorizzate o peggio ancora, pur essendo di proprietà della città di Sciacca sono disseminate in altre città?
La città attende risposte chiare su quale sia la politica culturale di questa amministrazione.


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