AZIENDA AUTONOMA DELLE TERME: DOPO 13 ANNI ANCORA IN LIQUIDAZIONE. STORIA PERVERSA DI CARROZZE E CARROZZONI
Editoriale di Filippo Cardinale
Vi sono fatti importanti che spesso vengono cancellati dalla memoria umana. Essi persistono e resistono contro ogni ragionevole motivazione, spesso generando danno erariale perché sono strettamente legati allo spreco di denaro pubblico.
L’argomento terme nella nostra città è l’esempio emblematico dell’immunità dei soggetti a cui è affidata la gestione della cosa pubblica secondo il dettato del buon padre di famiglia.
La questione termale, in questi ultimi mesi, è ritornata in auge per via della “concessione” di taluni beni al Comune di Sciacca. Concessione che è rimasta in aria perché ancora oggi non si è espletato il fondamento giuridico che produce gli effetti della medesima concessione: il verbale di consistenza.
Intanto, questo in corso è il terzo anno trascorso dalla scellerata chiusura imposta dall’ex assessore Baccei, il quale venuto a Sciacca lo scorso 25 ottobre per “concedere” i beni termali al Comune, è stato applaudito da una parte politica e considerato eroe. Bell’anniversario! Ogni altra considerazione è superflua.
Ma ci sono altri aspetti che sono usciti dalla memoria dei saccensi, della classe politica e di quella dirigente. Nel 2005, annus horribilis perché segna la “svolta” del termalismo saccense effettuata in malo modo (scelta frutto di una ingiustificata premura dall’allora assessore regionale al Turismo Fabio Granata) che partorì la Terme di Sciacca Spa permettendo il trasferimento dei 4.5 milioni di debiti dall’Azienda Autonoma delle Terme. Debiti inerenti, in grossissima parte, a contenzioso con il personale. Fu, anche, sancita la liquidazione dell’Azienda Autonoma delle Terme.
Ma la Sicilia è terra delle contraddizioni, ma soprattutto la terra magica che trasforma un fatto molto limitato nel tempo in elemento di stabilità che può durare decenni e decenni. Infinito come lo spazio siderale. L’enciclopedia dei lavoratori socialmente utili è l’emblema perfetto.
All’inizio del 2016, l’Azienda Autonoma delle Terme si spoglia di tutto. E’ una scatola vuota. Ma in Sicilia, le scatole vuote diventano pozzi senza fine per sperperare denaro pubblico. Sarebbe stato ovvio un periodo di, diciamo, un anno, due di vita in stato di liquidazione. Ebbene, oggi, a distanza di 13 anni, l’Azienda Autonoma delle Terme è ancora in vita. Fino allo scorso settembre c’era anche un Commissario liquidatore. Adesso non c’è più e l’Azienda Autonoma delle Terme è “gestita” dall’Assessorato regionale all’Economia. Perché è ancora in vita? Pare che ci sia in piedi ancora una causa. La realtà, però, è che il carrozzone si trova in stato di liquidazione da bel 13 anni.
Dulcis in fundo. Oggi la questione termale è la rappresentazione della commedia più comica in stile pirandelliano. Abbiamo l’Azienda Autonoma delle Terme in liquidazione, ma ancora viva. Abbiamo la Terme di Sciacca Spa in liquidazione ma ancora viva. Il commissario liquidatore non può consegnare le chiavi dei beni concessi al Comune di Sciacca perché il verbale di consistenza, delegato dalla furba Regione al Comune di Sciacca, non ha inciso ancora la scrittura di una iniziale paginetta.
Abbiamo ancora alcuni beni strategici, tipo le stufe di San Calogero, che non sono state “concesse” al Comune di Sciacca perché non accatastati (il colmo dei colmi).
Ma abbiamo anche il ginepraio nel quale la questione terme è stata colpevolmente condotta. E’ difficile immaginare come e quando la matassa possa essere dipanata. Nel frattempo il tempo trascorre indisturbato, come acqua che scorre nel fiume e raggiunge il mare.
Nel frattempo, nasce anche una Commissione consiliare speciale con il compito di monitorare l’iter che dovrebbe condurre il Comune a predisporre il bando di evidenza pubblica per dare in gestione le strutture termali ai privati. Della Commissione consiliare speciale non abbiamo notizie.
Ma, del resto, in un terra siciliana piena di contraddizioni, tutto questo è la cornice di un quadro che dipinge la “normalità” che poi sfocia nella rassegnazione.
Ma non sarebbe stato più semplice che la Regione, unica proprietaria delle Terme, avesse provveduto a nominare un advisor e procedere alla emissione del bando per l’affidamento? La risposta è si. Ma trovandoci in Sicilia, l’anormale diventa normale. Il tocco magico della bacchetta di una classe politica impreparata, il tocco magico della complicità della classe dirigente regionale, vestita da super burocrate e super pagata, non hanno limiti.
Lasciatecelo dire. Quando sentiamo parlare delle terme ci prende un sorriso che subito si trasforma in amarezza perché consapevoli che il ginepraio in cui sono state spinte le terme è sempre più fitto.