AVV. CASTRONOVO: “ LA SENTENZA DIMOSTRA L’ESTRANEITA’ DI MANISCALCO ALLE ACCUSE DI MAFIA ED ESTORSIONE“

Domenico Maniscalco, 53 anni di Sciacca (nella foto) e dipendente dell’azienda edile Commerciale Edile, è stato assolto dai reati contestati nell’ambito del processo per mafia denominato “Montagna”. Il processo, col rito abbreviato, ha coinvolto 54 imputati. La sentenza, di primo grado, è stata emessa dal Gup Marco Gaeta del Tribunale di Palermo e si è conclusa con la condanna per 35 imputati e l’assoluzione di 19.  Domenico Maniscalco è stato arrestato, nel blitz “Montagna”, il 18 gennaio del 2018, poi scarcerato  21 dicembre del medesimo anno.

Dopo la sentenza, a parlare è uno dei due avvocati difensori, Giovanni Castronovo (Foro di Palermo), l’altro difensore è l’avvocatgo Angelo Barone. “Dopo l’assoluzione possiamo essere felici. Da quando ho assunto la difesa del Maniscalco, ho compreso che la tesi accusatoria si fondava su un equivoco”.

In che senso?

“Alla luce dei rapporti con dei soggetti ritenuti interni all’associazione ma che erano contatti prettamente di natura lavorativa, anche perché un imprenditore non può chiedere il certificato penale delle persone con cui si relazione a causa dell’attività. Eravamo convinti che avremmo ottenuto l’assoluzione”.

Maniscalco è stato in carcere per quasi un anno.

“La scarcerazione che abbiamo con la Cassazione che ben due volte ha annullato l’ordinanza di arresto. La prima volta con rinvio, la seconda alla vigilia di Natale senza bisogno di rinvio al Riesame. Anche al Riesame, insieme al collega Angelo Barone, avremmo dimostrato l’estraneità del Maniscalco ai fatti contestati. Si tratta di una persone perbene e stimato a Sciacca”.

L’estraneità riconosciuta dal Tribunale, in primo grado, con la sentenza di assoluzione.

“Non solo ero convinto sin dall’inizio, ma adesso anche il giudice ha riconosciuto l’estraneità di Maniscalco all’associazione mafiosa, ma anche dalle accuse di estorsione. L’assoluzione mi rallegra dal punto di vista umano perché ho vissuto le angosce della famiglia e, ovviamente, dal punto di vista professionale. Un’assoluzione con formula piena sia per l’imputazione di associazione mafiosa sia per l’estorsione”.

Maniscalco ha subito una misura restrittiva in carcere per quasi un anno.  

“Maniscalco è stato arrestato il 18 gennaio del 2018 e scarcerato il 21 dicembre del medesimo anno a seguito dell’annullamento della Cassazione dell’ordinanza di carcerazione. Poi è stato a piede libero fino alla conclusione del processo”.

Dopo l’assoluzione immaginate di procedere per ottenere un risarcimento da ingiusta detenzione?

“Intanto, dobbiamo attendere deposito della motivazione della sentenza. Attendiamo anche l’intenzione della pubblica accusa perché, ipoteticamente, potrebbe appellare l’assoluzione. Spero no perché in questo calvario giudiziario che ha riguardato Maniscalco finisca. Dunque, attendiamo il da farsi dopo che maturano i tempi. Certo, la via del risarcimento del danno è praticabile perché il danno di immagine ed economico subito c’è, anche dell’immagine dell’azienda in cui lavora. Per adesso, intanto, gustiamoci questa soddisfazione, prima umana e poi professionale”.

Filippo Cardinale