ATI, “ATTI ILLEGITTIMI E INCOMPABILITA’ DELLA VALENTI COL SINDACO SUO FRATELLO”. ISTANZA DI 2 ASSOCIAZIONI
Un’istanza comune firmata dal Centro studi Alcide De Gasperi di Sciacca e il coordinamento per l’acqua pubblica Titano è stata inviata al Consiglio direttivo e all’Assemblea dei soci dell’Ati idrica di Agrigento, al Prefetto di Agrigento, nonché per conoscenza al Ministro degliinterni, al Ministro dell’Ambiente, all’Assessore Regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità e al Dirigente del Dipartimento regionale acque e rifiuti.
Con l’istanza, si chiede al Consiglio direttivo dell’Ati, presieduto da Francesca Valenti, di annullare in autotutela due delibere del Consiglio direttivo dell’Ati, con cui, secondo il Centro studi Alcide De Gasperi di Sciacca e il coordinamento per l’acqua pubblica Titano, “ha illegittimamente allargato i requisiti previsti dall’art. 147 del D.lgs 152/2006 relativi al riconoscimento delle gestioni comunali autonome del servizio idrico, e con la seconda, la n. 11 del 24.09.2019 ha dato illegittimo parere favorevole alla proposta del Direttore dell’Ati per il riconoscimento della sussistenza dell’art. 147 d.lvo 152/2006 a otto comuni, con termine a tutti gli otto comuni di 18 mesi per la realizzazione di uno o più requisiti di cui alla citata norma di cui oggi gli stessi 8 comuni non sono in possesso”.
Per le due associazioni, i requisiti “di cui alla citata norma di legge, come ritenuti da una nota interpretativa del Ministero dell’Ambiente, sono tassativi, e un Comune per ottenere il riconoscimento della loro sussistenza, deve possederli tutti alla data della sua istanza di riconoscimento, o al massimo alla data in cui l’organo preposto a riconoscerli delibera sugli stessi”.
“Ecco perché, il Consiglio direttivo dell’Ati ha, a nostro avviso, espresso un illegittimo parere favorevole a detto riconoscimento, perché nessuno degli otto comuni possiede alla data odierna tutti i requisiti per il riconoscimento delle gestioni comunali autonome”.
Le due associazioni evidenziano un altro aspetto che considerano illegittimo. Fanno riferimento “al parere favorevole dato dal Consiglio direttivo dell’Ati in favore di un Comune, il cui sindaco è fratello del Presidente del Consiglio direttivo dell’Ati, Francesca Valenti, la quale, a nostro avviso, per la relazione di stretta parentela con il sindaco di tale Comune, beneficiario fra gli altri di detto parere favorevole, avrebbe dovuto astenersi con riguardo all’istanza del Comune amministrato dal fratello, dalla discussione e dalla votazione di detto parere favorevole, contenuto nella delibera n. 11 del 24.09.2019 e ciò al fine di evitare dubbi sulla sua imparzialità”.
Le due associazioni sottolineano che “non hanno nulla contro i Comuni non consegnatari che vorrebbero continuare la gestione comunale autonoma del servizio idrico. Si evidenzia però che se la loro posizione di non consegnatari poteva avere politicamente senso quando essi si opponevano al gestore privato del servizio idrico integrato, ora, dopo la decisione da parte dell’Ati che la futura gestione del servizio idrico nel territorio della ex provincia di Agrigento sarà pubblica mediante Azienda Speciale Consortile, gli stessi comuni dovrebbero contribuire aduna sana gestione unitaria e solidale del servizio idrico integrato”.