ASSOLTA PUERICULTRICE GIOVANNA INFANTONE
Il Tribunale di Sciacca, giudice Cinzia Alcamo, ha assolto perché il fatto non sussiste Giovanna Infantone, puericultrice della Casa di Salute Attardi di Santo Stefano di Quisquina.
Alla fine del dibattimento, anche il pm Alessandro Moffa aveva chiesto l’assoluzione, come il difensore avvocato Giovanni Vaccaro. La condanna era stata chiesta dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Scaglione.
Il fatto risale al marzo del 2008, quando un neonato, dopo 22 ore dalla nascita, era stato colpito da una crisi respiratoria e da una sub cianosi, per cui era stato disposto il trasferimento all’UTIC di Agrigento. Nel corso del trasporto in ambulanza le condizioni si erano aggravate.
Tornato in clinica, nonostante le manovre di emergenza, il neonato era deceduto. Su esposto dei congiunti era stata disposta l’autopsia ed i consulenti del pm avevano escluso responsabilità dei sanitari indagati.
In seguito a più opposizioni delle parti offese, i Gip avevano disposto prima supplementi di indagini e poi l’imputazione. Il Gup Giuseppe Miceli aveva prosciolto tutti gli imputati, medici ed infermieri, pure difesi dall’avocatoVaccaro.
L’unica ad essere stata rinviata a giudizio era stata la Infantone, ipotizzando che la stessa, durante la notte, non si fosse attivata per controllare il neonato e chiamare il medico di guardia. Nel corso del processo, invece, attraverso vari testi, è stato dimostrato che la puericultrice era stata diligente ed aveva chiamato il medico, come confermato anche da quest’ultimo.
Il Ct della difesa, dottore Albano, aveva poi escluso omissioni legate teleologicamente all’evento. Il decesso infatti, come accertato in sede di autopsia, era dipeso da una sopravvenuta carenza di surfactante e quindi da una sopravvenuta insufficienza respiratoria.