ASSOCIAZIONE AMICI ANIMALI: “DARE DA MANGIARE AI CANI RANDAGI NON E’ ILLEGALE, DI PAOLA DEVE ANNULLARE ORDINANZA”

L’associazione Amici degli animali on,us di Sciacca, interviene oggi in ordine alla vicenda della pasturazione dei cani randagi, che tanto clamore ha suscitato nei giorni scorsi ed alla ordinanza del sindaco che vieta di dare da mangiare ai cani randagi in prossimità di cassonetti.

L’associazione ritiene illegittima l’ordinanza, sostenendo che egli anni passati diversi sindaci in più parti d’Italia, hanno emesso ordinanze simili, ma tutte sono state poi ritirate o dichiarate illegittime, proprio per l’intervento di associazioni e semplici cittadini. 

Il 26 settembre 2013 il tribunale amministrativo di Bari dava torto al sindaco: dare cibo ai cani randagi non comporta alcun problema di igiene o salute pubblica e bocciava il provvedimento. In precedenza, l’ordinanza sindacale del Sindaco del Comune di San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi, che vietava di sfamare gli animali randagi che girano per la città, veniva annullata con una sentenza del 22 marzo 2012, n. 525 del Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia – sezione di Lecce con la seguente motivazione: “Dare dai mangiare agli animali randagi, abbandonando il cibo sulle pubbliche vie, non può considerarsi un illecito e pertanto l’ordinanza del sindaco che vieta questo comportamento va annullata.”

“Tutto ciò – dice Franco Gulino dell’associziazione Amici degli animali – perché nessuna norma di legge prevede il divieto di sfamare i “trovatelli”, come ribadito da diverse pronunce dei Tribunali Amministrativi Regionali, ma al contrario, si potrebbe configurare una ipotesi di maltrattamento omissivo, pretendendo di impedire di soccorrere un animale in difficoltà. Invitiamo pertanto. Il sindaco Di Paola, l’ass. Cognata e tutto il consiglio comunale – aggiunge – saranno investiti del compito di valutare e leggiferare sull’argomento, a meditare bene sul tipo di provvedimento da adottare evitando di formulare un regolamento che violi le norme di legge e che ci costringerebbe nostro malgrado, a rivolgerci alle autorità competenti”.

Conclude, poi, riferendo che l’associazione è l’unica sul territorio ad essere tra quelle regolarmente registrate nello speciale albo regionale e che pertanto, ha tutti i requisiti di legge per intervenire sull’argomento, “anche se lattuale amministrazione – conclude Gulino – al contrario della precedente, non ritiene di interpellare chi come noi, ne ha i requisiti per legge, ma decide autonomamente in violazione delle più elementari norme di democrazia”. 

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