ASSEMBLEA ATI, PREVARRA’ IL “GIOCHETTO” DI QUALCHE ASSENZA? STRANE TELEFONATE INTERCORRONO
Oggi pomeriggio si svolgerà l’assemblea territoriale idrica con all’ordine del giorno la questione dei Comuni non consegnatari delle reti e impianti e la forma giuridica che dovrà assumere la nuova gestione del servizio idrico agrigentino.
Appare scontato che sarà difficile affrontare il secondo punto, quello della forma giuridica, che, con molta probabilità, sarà rimandato ad altra assemblea. La questione, dunque, che scalderà il clima dell’assemblea è quella dei Comuni non consegnatari delle reti. Una storia che va avanti da anni dove i “fregati” sono rimasti i 27 Comun su 43 che hanno osservato la legge e consegnato le reti.
Ma intanto ieri si è verificato, in fase di pre-assemblea, un duro confronto tra i sindaci sulla concessione del diritto di usufruire della gestione diretta ad 8 Comuni non consegnatari le cui istanza sono state considerate “ammissibili” alla verifica. Dunque, il numero dei “dissidenti” si è dimezzato visto che l’altra metà non ha i requisiti dell’articolo 147 della legge del 2015.
La vicenda sale di temperatura fino a scaldare gli animi di tanti sindaci a causa di un provvedimento del direttivo dell’Ati che dona agli 8 Comuni una proroga di 18 mesi nell’attesa di una verifica su requisiti importanti previsti dall’articolo 147. Una proroga che molti sindaci ritengono non prevista da nessuna norma, anzi illegittima. Proroga che consentirebbe, comunque, agli 8 Comuni di accedere anche a tutti i finanziamenti già programmati per la rete fognaria e la depurazione, ma anche per mettere a regime il sistema nei propri comuni, dove spesso l’acqua si paga in modo forfettario e dove, negli anni, non si è mai misurata in uscita l’acqua prelevata da pozzi e sorgenti.
Proroga che sostengono vada in deroga a principi chiari e già fissati tanto da indurre diversi sindaci a chiedere agli uffici di pronunciarsi in merito spiegandone genesi e opportunità.
A questo punto, pare siano entrati in “partita” alcuni deputati regionali e nazionali con telefonate “conciliatorie”. Telefonate che inviterebbero i sindaci più restii a non presentarsi alla riunione di oggi pomeriggio, lasciando ai pochi presenti l’onere di approvare il punto e rinviare poi più avanti la questione riguardante la forma di gestione.
In sostanza, nell’assemblea di oggi pomeriggio conteranno più le assenze “sospette” che le presenze. Ma la domanda appare spontanea: se tanti sindaci in questi anni hanno difeso la loro scelta di rispettare la legge consegnando le reti al gestore, come fanno a praticare il gioco delle assenze per scaricarsi dalle spalle le responsabilità? Forse immaginano che i loro cittadini non sapranno di queste mosse tattiche, ma soprattutto di aver ceduto alle pressioni di parlamentari?
Filippo Cardinale