Arresti a Sciacca: per la Dda anche reato di scambio elettorale politico-mafioso

Domenico Friscia, ritenuto alla guida della famiglia mafiosa locale, avrebbe fatto accordo alle elezioni del 2022 con il candidato Vittorio Di Natale

SCIACCA. Dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Sciacca e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia con il Procuratore Maurizio De Lucia e l’aggiunto Sergio De Montis, che in mattinata ha portato all’emissione di sette misure cautelari con altre ventidue persone indagate, emergerebbe quindi che a Sciacca dopo la morte di Totò Di Gangi avvenuta nel 2021, ci sarebbe stata una sfida per guidare la locale famiglia mafiosa.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, era stato Domenico Friscia, 61 anni, condannato nel processo di mafia Scacco Matto e poi coinvolto, ma successivamente scarcerato, nell’inchiesta Opuntia, a prendere in mano la gestione degli affari in città e nel territorio.

Dalle intercettazioni emergerebbe anche che la famiglia mafiosa di Sciacca avrebbe anche tentato di condizionare l’andamento delle elezioni nel 2022. Friscia, ritenuto personalità di alto spessore criminale, avrebbe incontrato Vittorio Di Natale, 49 anni, originario di Palermo ma residente da anni a Sciacca, consigliere comunale di Forza Italia dal 2012 al 2017. Il politico, che in passato si era anche candidato all’Ars con il Polo delle Libertà, si candidò alle amministrative del 2022 con la lista Onda, ottenendo 305 voti che non servirono però per la sua riconferma.

Di Natale, oggi ai domiciliari, in quel periodo avrebbe avuto un incontro con Friscia, da cui sarebbe scaturito un accordo che per l’accusa è di scambio politico mafioso. A siglare l’accordo, secondo l’accusa, sarebbe stato Rosario Catanzaro, 65 anni. Friscia avrebbe anche incontrato altri candidati al consiglio comunale, ma non ci sarebbero elementi che possono condurre allo stesso tipo di reato.