ARCIVESCOVO MONTENEGRO: “BASTA CON LA CONTA DEI MORTI”. LE REAZIONI DEI POLITICI
Tante le reazioni dopo la tragedia del naufragio a Lampedusa, dove per adesso si contano 100 morti e 250 dispersi.
“Basta con la conta dei morti”. Lo afferma, esprimendo “tristezza e indignazione”, l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, sul naufragio avvenuto a Lampedusa che ha provocato oltre 80 morti. “Non si può continuare con questa conta dei morti – aggiunge monsignor Montenegro – occorre mobilitarsi, fare qualcosa di concreto per evitare queste cicliche tragedie della disperazione”.
“Solo dopo questa ennesima tragedia del mare di proporzioni bibliche, che continua a vedere l’Europa totalmente impreparata, si evidenzia l’inefficacia della politica comunitaria che troppo spesso, all’agire, ha preferito il silenzio”. Lo dice il sindaco di Porto Empedocle, Lillo Firetto aggiungendo che “sarebbe bastato guardare la nuova mappa del contesto geopolitico per stimare i probabili arrivi di migranti invece non è stato fatto nulla. Questo dovrebbe fare riflettere ed indignare su quanti oggi, con responsabilità politiche europee, si affannano a redigere comunicati e si lanciano in tardive dichiarazioni d’intenti. Lampedusa come Porto Empedocle e la costa siciliana – conclude Firetto – sono state lasciate da sole, per anni, a farsi carico di queste tragedie con il risultato che è sotto gli occhi di tutti”.
“A pochi giorni dalla tragedia di Ragusa, nella quale hanno perso la vita tredici migranti, oggi, ancora una volta, Lampedusa si ammanta di dolore. E’ nostro compito occuparci della situazione – dice Tonino Moscatt -. Il silenzio pubblico e politico, non quello del rispetto ma quello dell’indifferenza, non deve rischiare di esistere. Oggi risultano ancora centinaia di persone in mare e già si registrano sessantadue i vittime. Ieri notte l’ennesimo barcone della morte trasportava circa cinquecento persone, fra loro trenta bambini e tre donne incinte. Ribadisco come ho sempre fatto in questi mesi che bisogna dare un segnale determinato e netto al tema dell’immigrazione, tante continuano ad essere le vittime che in poco tempo hanno raggiunto cifre spaventose. E non possiamo lasciare i pescatori di Lampedusa sempre pronti con coraggio e grande altruismo, ma in balìa del pericolo, a soccorrere i naufraghi in arrivo nelle nostre coste. Signori del Governo, Ministro Kyenge, Presidente Letta mi appello alla vostra volontà di uomini delle Istituzioni, che ben possono interpretare e frenare questo fenomeno. Oggi più che mai la presenza dello Stato deve farsi sentire, la presenza dello Stato e della politica deve porre la questione immigrazione di questa parte del Mediterraneo sul tavolo dell’Europa a gran voce, senza timori e lungaggini burocratiche. Il sindaco di Lampedusa Nicolini parla di ‘orrore continuo’, è uno strazio. Abbiamo davanti tragedie immani. Bisogna soccorrere i naufraghi e fermare i trafficanti di morte che sfruttano la speranza dei poveri, dobbiamo cancellare la Bossi- Fini, dobbiamo collaborare maggiormente con Malta. Quante volte ancora dobbiamo assistere, impotenti, al terrificante spettacolo di chi cerca speranza ma perde la vita? Si tratta ormai di un problema gravissimo che va posto come priorità di questo Governo”.
Il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, appresa la notizia terribile della tragedia avvenuta a Lampedusa, ha abbandonato immediatamente Roma per recarsi nell’isola, dove arriverà nelle prossime ore. “E’ un dolore immenso, per me, per tutto il governo della Regione, per il popolo siciliano, per gli abitanti di Lampedusa. Dobbiamo cambiare le leggi sull’immigrazione che hanno dimostrato non solo di non riuscire a bloccare i flussi migratori in Italia, ma hanno trasformato il Mediterraneo in un mare di morte. Chiedo che su questi argomenti si formi un tavolo di lavoro congiunto tra il governo nazionale, coinvolgendo il Ministro per l’Integrazione, degli Interni e il governo regionale siciliano”.
“Basta stragi del mare. L’Unione europea deve farsi carico di questa emergenza umanitaria senza precedenti, con interventi concreti ed efficaci. È inoltre dovere del Governo italiano dare strumenti e sostegno reale alle popolazioni e alle forze dell’ordine impegnati quotidianamente a soccorrere i migranti”. A dirlo è deputato europeo del Ppe, Salvatore Iacolino, vicepresidente della commissione per le Libertà civili, la Giustizia e gli Affari interni, dopo quanto accaduto al largo dell’Isola dei Conigli.
“Gli atti simbolici e le manifestazioni di cordoglio, seppure doverosi, servono poco a strage avvenuta – sottolinea Iacolino –. La visita a Lampedusa del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, deve servire a delineare una strategia da portare lunedì e martedì prossimi in Lussemburgo, dove l’Italia deve battere i pugni davanti al Consiglio europeo e alla Commissione europea per ottenere la tutela dei confini. I confini di Lampedusa e di tutta la Sicilia devono coincidere con quelli dell’Unione europea”.
“Da europarlamentare del Ppe – conclude Iacolino – ho rappresentato al Governo italiano le priorità dei Comuni siciliani. Allo stesso tempo ho ottenuto che il commissario europeo per gli Affari Interni, Cecilia Malmström, mercoledì intervenga in Aula per dare seguito e sostanza alle richieste di rafforzamento delle politiche europee di tutela delle aree sovraesposte alla pressione migratoria nel Mediterraneo”.
“Una tragedia immane e infinita che lascia sgomenti e davanti alla quale non si può rimanere con le mani in mano. La Regione e lo Stato devono darsi una mossa”. Il gruppo parlamentare del M5S all’Ars interviene sull’ennesima tragedia dell’immigrazione che ha avuto come teatro lo specchio d’acqua antistante Lampedusa per sollecitare fatti e e non la solita sequela di vuote parole.
“Intanto – dicono i deputati – il governo regionale predisponga subito il da farsi per dare un aiuto ai sopravvissuti. Sappiamo che Crocetta ha spostato un incontro politico per andarsi a sincerare di persona della situazione. E’ forse una una delle pochissime sue scelte che condividiamo senza riserve. Al governo italiano chiederemo poi, con rinnovata forza, tramite i gruppi parlamentari di Camera e Senato, di pianificare missioni di pace a casa nostra, investendo le somme destinate agli inutili F35 in piani e politiche che possano mettere fine a questo scempio. Le nostre politiche immigratorie non funzionano, come del resto ha sottolineato di recente anche l’Europa, che ha detto a chiare lettere che l’Italia non è in grado di gestire un flusso che è e resterà continuo”.