APPALTI PUBBLICI, A RIBERA IL RECORD DELLA LUNGAGGINE: 526 GIORNI DI PROCEDURA APERTA PER LA RICOSTRUZIONE DELLE CASE POPOLARI E ANCORA NIENTE
Ribera entra nei record siciliani per la lentezza delle procedure di appalto dei lavori pubblici. Non è colpa del Comune, ma dell’Urega. L’appalto in questione riguarda la demolizione e la ricostruzione dei 60 alloggi popolari dichiarati pericolanti e fatti sgomberare anni fa.
Domani l’Urega, la stazione unica appaltante di Agrigento, tornerà a riunirsi. Sono trascorsi esatamente 526 giorni da quando l’iter è partito. Nonostante questo tempo biblico, dell’inizio dei lavori manco l’ombra.
E dire che già questa gara d’appalto è costata 600 euro per ognuna della 21 sedute della commissione aggiudicatrice, per un totale di 12mila e 600 euro. Un puntuale reportage di Giacinto Pipitone, sul Giornale di Sicilia di oggi, dipinge l’esatto quadro di un sistema che non funziona e fa acqua.
L’esempio di Ribera “è un campionario talmente lungo di intoppi da risultare il perfetto prototipo dell’appalto bloccato sul nascere”, scrive Pipitone.
Questa la storia narrata da Pipitone.
Nell’estate del 2015 l’Istituto autonomo case popolari di Agrigento decide di appaltare l’abbattimento e la ricostruzione di 60 case popolari a Ribera, in largo Martiri di via Fani. I soldi ci sono: 8 milioni e 462 mila euro. Sembrerebbe dunque tutto in discesa. Le domande andavano presentate entro il 26 agosto e ne arrivano 18. Ma la commissione aggiudicatrice inizia a lavorare solo il 4 novembre successivo.
I primi due mesi si perdono nel complicato tentativo di istituire la commissione, visto che la vecchia legge impediva di moltiplicare i presidenti e dunque bisognava trovare spazio nelle loro agende. Poi però iniziano altri guai. La commissione svolge 12 sedute fino a quando, a maggio 2016 , non arriva un’ordinanza del Tar che blocca tutto. Ci vogliono quattro mesi per adeguarsi all’ordinanza e riammettere una ditta esclusa. A settembre si riparte ma c’è subito un altro intoppo: lo Iacp ha cambiato il proprio rappresentante nella commissione e bisogna fermarsi ancora per «istruire» quello nuovo.
Si riparte a singhiozzo e c’è tempo per altre 9 sedute, l’ultima è del 25 gennaio scorso. Ma il traguardo dell’assegnazione dell’appalto è ancora lontano malgrado sia già costato alla Regione parecchi gettoni da 300 euro a seduta per ciascuno dei due membri esterni della commissione , a cui sono già andati quindi 6.200 euro.
La successiva seduta per questo appalto è fissata per domani. Anche se tutti sanno che è pendente un secondo ricorso, sempre davanti al Tar, che potrebbe ribloccare tutto almeno per qualche altro mese. E così nessuno è in grado oggi di prevedere quando verrà posata la prima pietra per quelle 60 case popolari.
In realtà la Regione adesso ha una chance in più per provare ad accelerare. «La riforma delle stazioni appaltanti appena approvata all’Ars ci permette – ricorda il dirigente del dipartimento Tecnico dell’assessorato Infrastrutture, Vincenzo Palizzolo – di contingentare i tempi. E di segnalare anche la priorità da assegnare a una gara piuttosto che a un’altra nell’ottica proprio di recuperare i ritardi».
Il caso di Ribera è così emblematico “che alle Infrastrutture sussurrano che lo stesso Crocetta si sia interessato per cercare di trovare una via rapida per arrivare al traguardo”, riporta Pipitone.