Anziana morta a Marsala: il figlio nega le accuse, il gip convalida il fermo

Girolamo Peraino ha risposto alle domande del giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Dal racconto dei medici il percorso che ha portato alla morte di Anna Peralta

 I carabinieri della compagnia di Marsala hanno sequestrato, su disposizione della Procura, l’appartamento di via Oberdan, alla periferia della città, dove viveva il cinquantunenne Girolamo Peraino con la madre Anna Peralta, di 80 anni. L’anziana è morta martedì scorso all’ospedale Paolo Borsellino di Marsala dopo le gravi lesioni provocatele, secondo gli inquirenti, dalle percosse del figlio, che attualmente si trova in stato di fermo nel carcere di Trapani con l’accusa di omicidio preterintenzionale, in attesa della convalida da parte del Gip. Nell’interrogatorio di garanzia che si è svolto oggi, 21 febbraio, Peraino ha negato le accuse. Il gip ha convalidato il fermo e ha disposto la custodia cautelare in carcere. L’uomo è attualmente rinchiuso nella casa circondariale di Trapani.

L’appartamento è stato trovato dai militari dell’Arma a soqquadro, vetri spaccati, mobili, sedie e arredi distrutti. I carabinieri stanno indagando anche per capire se l’uomo sia andato in escandescenza e quindi abbia distrutto casa, nel momento in cui stava picchiando la madre. Già lunedì i militari dell’Arma avevano avuto dei sospetti, al punto da interrogarlo in caserma, lui avrebbe risposto a qualche domanda, ma senza convincere gli inquirenti, che hanno rilevano alcune contraddizioni. Poi, dopo il decesso della madre, il fermo.

Questa mattina, nel corso dell’interrogatorio di garanzia da parte del gip del tribunale di Marsala, Peraino è stato chiamato a spiegare il motivo delle lesioni riportate dalla madre e anche dei lividi riscontrati dai medici, segni di percosse precedenti. Secondo una prima ricostruzione, domenica scorsa, vi sarebbe stata l’ennesima richiesta di denaro di Girolamo Peraino, da tutti conosciuto come Gery. Lui avrebbe picchiato la madre al culmine di una lite perché forse questa volta l’anziana non aveva intenzione di cedere alle sue richieste di denaro. Un colpo allo stomaco e poi va via, a quel punto la donna, incapace, forse debole a causa dei continui soprusi, avrebbe tentato il suicidio. È stato il figlio minore Antonio Maurizio a chiamare il 118. In ospedale, la donna, ancora lucida, ha confessato al medico del pronto soccorso di avere ingerito quindici compresse di Tachipirina. I medici hanno chiamato il centro antiveleni e le hanno applicato le flebo. Si sono accorti però da una prima visita che c’era qualcosa di ancora più grave, oltre all’avvelenamento da farmaci. La signora aveva vari ematomi un po’ in tutto il corpo. Il primario di Chirurgia toracica del Borsellino, Paolo Franco Buffa, ha deciso per il ricovero e sono cominciati gli accertamenti. I sanitari si sono accorti a quel punto, con l’ausilio di una Tac, di una grande emorragia in corso. «Non è morta per l’avvelenamento da farmaci – precisa il primario -. Ho capito subito che qualcosa non andava. L’abbiamo fatta ricoverare in Chirurgia toracica perché c’era una sospetta lesione ai bronchi, ma poteva essere un episodio normale, vista l’età».

di Francesca Capizzi (GdS)