ANTIMAFIA, FAVA: “LE SORELLE NAPOLI VITTIME DI UNA CULTURA ARCAICA”
Stamattina sono state audite dalla Commissione Antimafia dell’Ars le sorelle Napoli, la cui vicenda è da mesi seguita dalla rubrica Non è l’Arena di Massimo Giletti su LA7. Un interessamento da parte del conduttore che ha fatto emergere una realtà sconcertante. Tenere i riflettori costantemente accesi sulla vicenda accaduta alle sorelle Napoli sta consentendo di far emergere fatti che, volutamente, sono stati tenuti dormienti. Una vicenda che sa di commedia pirandelliana dove tanti autori, anche con ruolo pubblico, di rappresentante del culto religioso, tentano di tenere ben salda una maschera, quella dell’omertà, del far finta di non sapere. La capillare e costante indagine di Non è l’Arena, e del conduttore Giletti ha consentito, man mano, di scoprire il volto di chi, con poca dignità, voleva nascondersi dietro una vicenda che sa dell’incredibile. Ha tolto la maschera di chi mostra i muscoli con tre indifese donne.
L’audizione di stamattina è stata secretata “come garanzie, perché si fanno nomi e cognomi, si raccontano fatti e ci sono indagini in corso”, ha detto il presidente Claudio Fava.
“La vicenda delle sorelle Napoli- ha detto Fava- è emblematica: tre donne sole in campagna, considerate l’anello debole da una cultura maschilista e arcaica e che hanno deciso di tutelare i propri diritti. L’audizione delle sorelle Irene Anna e Gioacchina Napoli è durata un’ora. Sono di Mezzojuso (Pa) e da oltre dieci anni denunciano intimidazioni e minacce mafiose per costringerle a cedere l’azienda agricola, a Corleone. Fava ha spiegato che l’Antimafia ora acquisirà una serie di atti e poi stabilirà se proseguire con l’audizione di altri protagonisti della vicenda.
In particolare, l’Antimafia accerterà quanto dichiarato in commissione dalle sorelle Napoli a proposito del padre Salvatore, chiamato in ballo come il capomafia di Mezzojuso dagli anni Cinquanta che favorì la latitanza del padrino Bernardo Provenzano proprio nel paese. Le sorelle Napoli hanno parlato di un omonimia.
“Si è messa in moto la macchina del fango contro di noi: c’è un altro Salvatore Napoli, ha tre figli maschi; è un lontanissimo parente, ma non c’entra con nostro padre: noi andiamo avanti”, hanno detto le sorelle ai cronisti a conclusione dell’audizione. Salvatore Napoli, padre delle tre sorelle, era nato a Mezzojuso il 26 giugno 1926. Era stato sindaco del Comune dal gennaio ’59 al settembre 1960 e secondo informative investigative ”era ritenuto dalla fine degli anni Cinquanta capo indiscusso della famiglia mafiosa di Mezzojuso”.
Filippo Cardinale